Rischiano il posto 210 occupati, di cui 90 assunti a tempo indeterminato. In una riunione avuta coi rappresentanti dei lavoratori è stata portata avanti un'idea per salvaguardare i dipendenti. Lunedì previsto un nuovo incontro, nel quale sarà coinvolto anche il sindaco Mauro Mangano
Paternò, trattativa su licenziamenti a call center Qè Sindacati: «Nostra proposta contratti di solidarietà»
«Si sta lavorando per evitare un licenziamento collettivo e l’azienda è propensa a trovare un’adeguata soluzione. La nostra proposta: contratti di solidarietà». A parlare Gianluca Patanè della Cgil telecomunicazione, il quale al termine di una lunga riunione tra i sindacati di categoria e la proprietà del call center di Paternò Qè è apparso fiducioso per una soluzione positiva del problema esuberi. A rischio infatti circa 210 posti di lavoro di cui 90 assunti a tempo indeterminato e 122 lavoratori a progetto.
L’azienda che aveva due strutture in contrada Tre fontane e in contrada Monafria, e che ha commesse legate a Inps, Sky, Enel e Wind, si troverebbe in grosse difficoltà. «La riunione è durata oltre tre ore – prosegue Patanè – ma alla fine abbiamo sottoscritto un verbale che ci trova in sintonia». I lavoratori a progetto, tutti collocati nel capannone di contrada Monafria, già da qualche giorno si trovano a casa, in quanto i proprietari dell’immobile hanno in sostanza sfrattato il call center, i cui vertici aziendali non pagavano l’affitto da due anni.
«Si tratta di un numero compreso tra 40 e 60 unità dei 122 lavoratori assunti con contratto a progetto. Al più tardi da lunedì potranno riprendere a lavorare – dice il sindacalista -, considerato che la proprietà ha potenziato le postazioni del capannone di contrada Tre fontane. Il resto dei lavoratori a progetto potrebbero riprendere tra non molto». Lunedì è previsto un incontro col sindaco di Paternò e al quale «chiederemo la sua disponibilità a mettere a disposizione qualche locale libero di proprietà del Comune».
Per i lavoratori a tempo indeterminato è stata avanzata la proposta dei contratti di solidarietà, una soluzione che non dispiacerebbe alla proprietà del call center. La notizia dell’avvio delle procedure di licenziamento di qualche giorno fa è arrivata come una doccia fredda per i 275 occupati a tempo indeterminato tra le due strutture e per gli oltre 300 operatori a progetto. Il primo cittadino di Paternò Mauro Mangano prende posizione sulla vicenda: «Ho convocato i rappresentanti sindacali e dell’azienda per affrontare insieme una questione che preoccupa tutta la città. Serve impegno concreto da parte di tutti».
«Siamo fiduciose – dicono a MeridioNews Milena e Laura, due lavoratrici a tempo indeterminato – ma viviamo con l’ansia e preferiamo aspettare risultati concreti». Alla riunione erano presenti Davide Foti e Gianluca Patanè per la Cgil, nonché i sindacalisti aziendali Valentina Borzì e Giovanni Arcidiacono. Per la Cisl c’erano Antonio D’Amico e Mario Nicosia, nonché la rsu Anna Orifici. Le parti si rincontreranno nella tarda mattinata di lunedì.