Gianni Morandi va di corsa sul lungomare etneo L’ironia: «Era più veloce di me con la macchina»

«Sul lungomare, da
Catania ad Aci Castello, qualche chilometro prima di salutare la Sicilia». La trasferta catanese di Gianni Morandi si conferma social. Ad Acireale per il concerto con Claudio Baglioni, il noto cantante si è fermato sull’Isola per il fine settimana. E, nonostante il cielo minacciasse pioggia, non ha rinunciato alla sua grande passione: la corsa. E così si è fatto immortalare (forse dall’inseparabile moglie Anna?) mentre fa jogging con vista mare. Un video di pochi secondi che ha incontrato il favore delle centinaia di utenti che, su Facebook, hanno commentato la sua impresa sportiva. «Ero dietro di lui con la macchina ma poi mi è salita la temperatura del motore a stare al passo di Gianni», scrive Sergio. «Stai passando sotto casa mia, se vuoi fermarti per pranzo – interviene Giuseppe – Lasagne, assaggio di pasta al nero di seppia, insalata di polpo e gamberetti, alici cotte al limone, arrosto misto di pesce». «Grazie dell’ invito, Giuseppe – replica Morandi – Sono passato troppo veloce e non ho fatto in tempo a fermarmi».

«Da quando sei a Catania fa cattivo tempo», gli scrive Luigi. «
Sono quasi in partenza, speriamo cambi», replica l’artista. Che da quando ha aperto la sua pagina ufficiale sul social network più famoso del mondo sta vivendo una nuova ondata di popolarità, soprattutto tra i più giovani. Che più che apprezzarne il bagaglio musicale ne amano l’approccio ai commenti degli utenti e il suo marchio di fabbrica: l’abbraccio col quale risponde anche agli insulti. «Ciao Gianni, ho appena fatto il rutto domenicale», lo stuzzica Rosario. «Oltre a questo come passi la domenica?», gli domanda lui, serafico. «Quanti chilometri corri al giorno durante il tour?», interviene Marcello. «Con il tour, in questo periodo, corro meno perché ho poco tempo – spiega il cantante – Quando sono a casa almeno una decina di chilometri al giorno provo a farli».

Ma a riscuotere indubbio successo è il commento di
Mattia Serpotta, il catanese ambasciatore dell’arancino maschile. Che, all’indomani del pronunciamento dell’Accademia della Crusca sulla diatriba sul femminile palermitano, aveva chiesto l’intervento del deputato etneo Giuseppe Berretta. «Gianni, te lo sei mangiato l’arancino?», chiede Serpotta. «Lo sai che in una piccola provincia della Sicilia, a differenza di tutto il resto del mondo, lo chiamano arancina?», prosegue. E chiude con un appello: «Gianni, diglielo tu che si chiama arancino». Ma la risposta, per il momento, non è ancora arrivata. E per un certo numero di persone potrebbe essere dirimente. 


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