Fin dalle 8.30, davanti ai cancelli dell'aula bunker dell'Ucciardone, cittadini e rappresentanti delle istituzioni hanno voluto far sentire la propria presenza. Libera ha collocato uno striscione mentre il sindaco Orlando ha abbracciato affettuosamente Agostino con al fianco l'inseparabile moglie. Guarda la gallery
Omicidio Agostino, oggi il confronto all’americana Padre: «Liberare Palermo da scheletri del passato»
«Mi sento tranquillo. Vedo qui oggi la parte migliore della società civile e questo non può che darmi forza». È visibilmente commosso Vincenzo Agostino, il papà di Nino, l’agente di polizia ucciso con la moglie Ida Castelluccio, il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. Oggi, infatti, è fissata l’udienza per il confronto all’americana fra Agostino e Giovanni Aiello, detto faccia da mostro, l’ex poliziotto – che è arrivato pochi minuti dopo Agostino – che potrebbe avere qualche responsabilità nella morte del figlio. Un passaggio importante che potrebbe finalmente fare luce su un omicidio irrisolto da 27 anni: non a caso, da alcune settimane, per ragioni di sicurezza, il comitato provinciale per l’ordine pubblico ha deciso di assegnare un’auto blindata al testimone più importante dell’inchiesta. Fin dalle 8.30, davanti ai cancelli dell’Aula bunker del carcere dell’Ucciardone, semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni hanno voluto far sentire la propria presenza. L’associazione antimafie Libera, ad esempio, ha collocato uno striscione proprio davanti all’ingresso del carcere mentre il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ieri aveva rivolto un invito a tutta la città a partecipare al sit-in, ha abbracciato affettuosamente Agostino con al fianco l’inseparabile moglie.
«Siamo qui oggi vicini a una famiglia distrutta – dice Orlando – per mandare un messaggio di luce e di vita dopo un lungo messaggio criminale di buio e di morte. Credo che ogni giorno siamo a una svolta, la palude si sconfigge non fermandosi ed evitando che il tempo cancelli la memoria e con lei la speranza di verità e giustizia che va comunque perseguita anche se arriva tardi. La mia presenza qui è doverosa, in rappresentanza di una città che si stringe attorno a una famiglia devastata in un tempo buio lontano in cui la mafia governava la città. Oggi la mafia non governa più Palermo – aggiunge il sindaco – esiste ancora ma, se vogliamo che non torni a governare, dobbiamo fare verità e giustizia sul passato». Agostino, prima di entrare, ha aggiunto soltanto una frase: «La presenza di tanti cittadini onesti è importante e bisogna fare il possibile per liberare la città da scheletri e ambiguità del passato». Presenti, tra gli altri, l’assessore alla Mobilità e partecipazione Giusto Catania e i consiglieri Juan Diego Catalano Ugdulena, Francesco Bertolino e Massimo Pullara.