Secondo l'accusa, l'imprenditore avrebbe ricettato trattori e mezzi agricoli rubati da un'organizzazione criminale legata alla cosca dei boss Vitale di Partinico
Sette anni al cognato dell’ex procuratore capo Messineo Era accusato di associazione a delinquere e ricettazione
I giudici della quarta sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Vittorio Alcamo, hanno condannato a sette anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione Sergio Sacco, cognato dell’ex procuratore di Palermo Francesco Messineo. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe ricettato trattori e mezzi agricoli rubati da un’organizzazione criminale legata alla cosca dei boss Vitale di Partinico: e proprio il coinvolgimento del clan aveva inizialmente indotto i pm a contestare a Sacco l’aggravante mafiosa, poi caduta. Il coinvolgimento nell’indagine del cognato impose all’allora procuratore di astenersi dal coordinamento dell’inchiesta che passò all’ex capo dei pm di Caltanissetta Sergio Lari. Dall’indagine, che suscitò non poche polemiche, emersero contatti tra Sacco, titolare dell’impresa Saccoplast e personaggi legati a Leonardo Vitale, figlio di Vito, boss di Partinico.