Via Biblioteca, il collaboratore di De Carlo  «I barbari hanno preso il potere, hanno vinto»

Antonino Leonardi ha seguito il lungo percorso di recupero dell’ex monastero dei Benedettini assieme all’architetto Giancarlo De Carlo. L’ultima area riconsegnata alla città è stato il giardino di via Biblioteca. All’ombra di un grande pergolato, era stato piantato un carrubo in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma la scorsa settimana l‘albero è stato sradicato da ignoti. Il geometra catanese esprime tutta la sua amarezza in una lettera che si chiude con una proposta provocatoria.

  

La sera di sabato 5 corrente mese, mentre sonnecchiavo davanti allo schermo televisivo, a svegliarmi furono i miei amici delle Officine culturali: l’albero di carrubo del giardino di via Biblioteca era stato abbattuto. Sulle prime pensai a uno scherzo di pessimo gusto. Invece… la notizia e le foto su La Sicilia dell’indomani e il sopralluogo di lunedì mi confermarono la veridicità della notizia. 

L’immediata reazione fu quella di scrivere la cronistoria elencando il lungo e faticoso percorso che l’architetto Giancarlo De Carlo e i suoi, non numerosi, amici-collaboratori catanesi avevano vissuto per progettare e realizzare questo spazio a verde. Attingendo alla memoria e alle mie disordinate carte cominciai a elencare le tappe del lungo percorso iniziato trentotto anni addietro, nel 1977. Le parole del signor Carlo Torrisi su La Sicilia di lunedì (una lettera nella quale si lamenta la mancanza di sorveglianza e si chiede un intervento al sindaco, ndr) mi hanno indotto a pensare che mi ero imbarcato in una fatica inutile. 

Insieme a Giuseppe Giarrizzo (per anni preside di Lettere e tra i fautori della conversione dell’ex monastero dei Benedettini in sede universitaria, ndr) e a Giancarlo De Carlo avevamo sostenuto e vinto innumerevoli battaglie per ridare dignità e valore alle vecchie pietre del monastero. De Carlo mi aveva contagiato la tenacia e l’ottimismo, però bisogna ammetterlo: alla fine i barbari hanno preso il potere e vinto la guerra

Non mi resta che ammettere la sconfitta e avanzare una proposta che incontrerà non pochi consensi e la condivisione dei difensori dell’antico quartiere: rimuovere tutti gli ingombri (alberi, sedili, gazebo, passerelle, cancelli) e quindi spalmare su tutto il terreno un bel manto di bitume, realizzando così un parcheggio per circa un centinaio di automobili. 

Dimenticavo: per non cambiare nome a tutto l’insieme, il bitume non deve essere grigio scuro ma di colore verde prato, in modo di avere il consenso anche degli ambientalisti e dei giardinieri addetti alla manutenzione. 

Antonino Leonardi


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