Il belvedere sulla spiaggia di Montalbano Per la sindaca una battaglia per la collettività

L’ex caserma borbonica di Punta Seccaabbattuta dal Comune di Santa Croce Camerina per far spazio a un belvedere con vista mare, continua a far discutere. La riqualificazione di un sito affascinante e importante per la collettività, passa anche per gli ingranaggi, a volte complicati e contraddittori, della burocrazia. L’edificio sorgeva su un’area di proprietà del demanio marittimo, che l’ha concessa al Comune per riqualificarla. Ma la demolizione, avvenuta nel maggio 2014, non è stata accolta con favore dalla Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa. «L’edificio – spiega Rosalba Panvini, soprintendente ad interim di Ragusa – è vincolato in quanto edificio di interesse culturale ope legis (perché lo dice la legge, ndr) e in qualunque caso la demolizione di qualsiasi edificio in centro storico è soggetto a preventivo parere della Soprintendenza». 

Ma la sindaca Franca Iurato non ci sta e, sostenendo «una battaglia in difesa della collettività e del bene pubblico», sottolinea come già cinque anni fa la Soprintendenza avesse dato parere favorevole all’abbattimento dell’edificio. Nel 2009, infatti, una ditta privata chiese la concessione dell’area per realizzarvi un albergo di lusso. Come può la Soprintendenza essere favorevole prima e cambiare idea dopo? È il concetto alla base della difesa della prima cittadina. Che sottolinea come, alla luce di quanto successo e deciso cinque anni prima, la sua amministrazione non abbia chiesto un nuovo parere alla Soprintendenza, ma abbia invece presentato il progetto del belvedere – impossibile senza demolizione – che ha ottenuto il via libera dall’ente. In più a contribuire alla scelta di abbattere, si sono aggiunti motivi di igiene e sicurezza, visto che, secondo quanto spiega l’amministrazione di Santa Croce, l’edificio era stato già in parte transennato da tempo per il rischio crolli.  

La Soprintendente, su questo punto, chiarisce: «Non è mai stato rilasciato alcun parere a privati in quel sito, tanto meno ne è stata autorizzata la demolizione. È stato rilasciato soltanto un diverso e non assimilabile parere sul piano di recupero del centro storico dell’area costiera di Punta Secca inoltrato dal Comune di Santa Croce Camerina dove veniva individuata anche l’ex caserma della Guardia di finanza e l’isolato circostante. Tale piano di recupero è stato respinto dall’assessorato regionale all’Urbanistica perché manchevole, dopo l’approvazione consiliare di una variante che riguardava proprio la caserma, del preventivo parere di questo Istituto, legalmente necessario in ogni caso». Ma proprio nel piano di recupero del centro storico di Punta Secca – progettato e donato al Comune dallo stesso privato che voleva trasformare l’ex caserma in resort – era prevista la demolizione e la ricostruzione dell’edificio della caserma, mentre la variante approvata con un emendamento dal consiglio comunale, intendeva restaurare la parte antica dell’edificio (il corpo centrale) e abbattere le parti postume (quelle laterali). Il secondo iter, proprio a causa della mancanza del parere della Soprintendenza, fu bloccato dalla Regione.

In seguito alla demolizione di un anno e mezzo fa, la Soprintendenza di Ragusa ha inoltrato «regolare denuncia agli inquirenti», spiega Panvini. Salvo dare parere positivo al piano di riqualificazione dell’area presentato dal Comune di Santa Croce Camerina, compresa quindi la realizzazione di una piazza, con impianto di pubblica illuminazione e un’area giochi per bambini. Anche l’amministrazione comunale si è rivolta alla Procura e nelle prossime settimane terrà una conferenza stampa per spiegare nei dettagli tutto lo sviluppo della vicenda. 


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