Un ritardo inaccettabile per i deputati Ignazio Corrao e Claudia Mannino, decisi a fare chiarezza sull'azienda alle porte di Palermo che opera ancora «senza rispettare le direttive a tutela dell'ambiente». Nonostante l'invito della Commissione a vigilare, la Regione «non ha fatto nulla»
Distilleria Bertolino, arriva l’esposto del M5S «Dopo l’Europa ora l’assessorato intervenga»
Un esposto per valutare le eventuali «responsabilità penali» sulla vicenda della distilleria Bertolino che «opera ancora oggi in assenza di un impianto di depurazione». Un passaggio non più rinviabile per i deputati parlamentari del M5S Ignazio Corrao e Claudia Mannino che, stanchi di attese e promesse non mantenute, hanno deciso di vederci chiaro e capire perché l’azienda, a pochi chilometri da Palermo, continui a operare senza rispettare le direttive a tutela dell’ambiente, in assenza di controlli da parte della Regione. La distilleria, infatti, era finita sotto il mirino dell’Europa già l’anno scorso, grazie alle denunce dei deputati grillini. Lo scorso settembre, a seguito di interrogazione dell’europarlamentare Corrao, la Commissione Europea aveva chiarito che le autorità italiane dovrebbero attuare provvedimenti per garantire che l’impianto (la distilleria Bertolino) sia autorizzato e gestito nel rispetto della direttiva IED. La Commissione intende continuare a monitorare la situazione».
Il monito della Commissione è stato subito raccolto e trasmesso agli uffici regionali dai deputati pentastellati, ma senza produrre alcun effetto. «Nell’ottica di una leale cooperazione istituzionale, un superamento della vicenda e la chiusura dell’indagine – hanno detto Corrao e Mannino – abbiamo inoltrato immediatamente la risposta della Commissione Europea all’Arta e sollecitato la soluzione della vicenda attraverso l’avvio del procedimento per l’autorizzazione dell’impianto, come previsto dalla legga. Ad oggi la situazione, da quel che ci risulta, non si è sbloccata e la distilleria continua ad operare senza alcuna autorizzazione valida, come statuito dalla Commissione Europea».
Da qui la decisione di far chiarezza, puntando il dito contro le responsabilità della Regione. «Come avevamo indicato all’Assessore Croce nelle nostre diffide del 6 ottobre e nel sollecito del 3 novembre, in assenza di una risposta da parte dell’Assessorato, abbiamo provveduto a depositare un esposto alla Procura di Palermo affinché possa valutare le eventuali responsabilità penali della vicenda. Abbiamo inoltre trasmesso tutti gli aggiornamenti alla Commissione Europea che tiene il faro puntato sulla vicenda dal dicembre 2014, a seguito delle nostre denunce. Confidiamo che la vicenda si possa risolvere quanto prima. Noi non molleremo per un solo istante la presa – hanno aggiunto – deve essere chiaro a tutti che la normativa ambientale va rispettata in maniera rigida».