Il Coordinamento catanese dell'associazione contro le mafie prende posizione sulla telefonata tra il sindaco di Catania e l'imprenditore . Che sembra entrare nel merito del progetto da circa 300 milioni di euro. «Preoccupazione e allarme per i presunti rapporti di Bissoli e tra i due protagonisti della chiamata»
Caso Pua, Libera chiede chiarimenti a Bianco «Comune sia parte civile nel processo Ciancio»
Il Coordinamento provinciale catanese di Libera prende posizione riguardo al caso Pua. Il riferimento dell’associazione è alla vicenda sollevata giovedì da MeridioNews, che tocca la chiamata tra l’allora candidato a primo cittadino di Catania Enzo Bianco e Mario Ciancio – editore e direttore del quotidiano La Sicilia – già indagato per concorso esterno alla mafia. Una telefonata che sembra entrare nel merito del progetto Pua (Piano urbanistico attuativo, variante Catania Sud), sulla cui approvazione si era espresso il giorno precedente il consiglio comunale.
Vicenda che Libera «ha seguito con preoccupazione» e «che desta allarme sia in vista dei presunti rapporti di Renzo Bissoli, proprietario della società che deve realizzare il Pua, con alcuni inquietanti personaggi; sia per i presunti rapporti del sindaco Bianco con Mario Ciancio in relazione al caso Pua». Il comunicato dell’associazione si chiude con la richiesta a Bianco «e alla giunta comunale di fare chiarezza sugli eventi spiacevoli di questi giorni. E che il Comune di Catania si costituisca subito parte civile nel processo a carico di Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa».