Intercettazione Bianco-Ciancio, Alparone (Sel) «Troppo ingombrante per far finta di niente»

«Il rapporto con Ciancio è troppo ingombrante per far finta di non vedere. Questa vicenda conferma la mutazione genetica che ha subito il Pd. Il quale, pur di avere il potere, non pensa né al come né a con chi lo fa». Così Francesco Alparone, coordinatore provinciale di Sel Catania, commenta l’intercettazione tra il primo cittadino etneo Enzo Bianco e l’imprenditore Mario Ciancio, indagato per concorso esterno alla mafia. Al centro della conversazione telefonica, secondo i carabinieri e come riportato da MeridioNews, ci sarebbe il mega-affare Pua alla Playa, dal valore di 300 milioni di euro, e il voto favorevole del consiglio comunale. Era il 18 aprile 2013 e Bianco avrebbe aperto la sua campagna elettorale due giorni dopo.

Per i Ros, l’intercettazione dimostra come Ciancio – proprietario di circa il 30 per cento dei terreni in cui si dovrebbe realizzare il Pua – fosse soddisfatto della «serietà di Bianco nell’impegno assunto nei suoi riguardi». E che sarebbe passato attraverso l’approvazione del progetto da parte del consiglio comunale catanese. «Quella telefonata è solo l’ennesima conferma del fatto che questa coalizione non può portare a niente di buono per la città», continua Alparone. Secondo cui, quella di Bianco, è in buona sostanza «una giunta di centro destra». Il coordinatore etneo di Sel si dice «rammaricato per la mancanza di trasparenza di questa amministrazione», di cui la conversazione tra il sindaco e l’imprenditore indagato sarebbe solo l’ultimo esempio in ordine di tempo.

Alparone risponde anche al segretario del Pd siciliano Fausto Raciti che, in un’intervista a MeridioNews, ha commentato così la vicenda: «Bianco si è attenuto alle procedure, non è indagato, quindi non vedo una sua compromissione». «Voglio dire a Raciti che andrebbe valutata anche l’opportunità di quella telefonata – risponde il coordinatore di Sel – È questo atteggiamento che alimenta il disamore dei cittadini per la politica». Alparone ricorda un caso che riguarda il suo partito da vicino: la telefonata, con sottofondo di risate, tra il leader di Sel e presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e Girolamo Archinà, pr dello stabilimento Ilva di Taranto, sotto accusa per disastro ambientale. «Sulla correttezza di Vendola metterei la mano sul fuoco, ma quella telefonata resta inopportuna». Tanto che lo stesso ex governatore ha chiesto scusa pubblicamente. «L’intercettazione tra il sindaco e Ciancio è inquietante non solo per i catanesi – conclude Alparone – perché ricordiamo che Bianco potrebbe guidare la città metropolitana».


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