Dopo l'analisi dei tecnici del dipartimento, l'assessore ai Lavori pubblici annuncia la previsione della spesa da effettuare. «La Regione arriva solo a 4,9 miliardi». Sottolinea che «avremo un investimento di 200 milioni per treni nuovi». E sulla legge sugli appalti dice: «Pronta la modifica sul ribasso nelle gare»
Infrastrutture, per curare la Sicilia servono 28 miliardi Pizzo: «La bretella della A19 apre a metà novembre»
Giovanni Pizzo, il tecnico di area Udc, assessore regionale ai Lavori pubblici ha fatto il punto ieri in conferenza stampa su infrastrutture, mobilità e trasporti. Per rimettere in sesto il sistema infrastrutturale siciliano (strade, autostrade, porti, aeroporti) servono poco più di 28 miliardi di euro. La Regione siciliana arriva solo a 4,9 miliardi di risorse disponibili e dunque restano da trovare 23,217 miliardi. I tecnici del Dipartimento hanno effettuato un’accurata analisi nella speranza che l’intero documento possa essere contenuto nel masterplan per il Sud che il governo Renzi ha annunciato e che dovrebbe varare.
Pizzo annuncia: «Per quanto riguarda la viabilità ferroviaria, la Palermo-Catania riprenderà tra l’uno ed il due novembre, la Palermo-Agrigento il prossimo 26 ottobre. Notevoli i danni riportati a causa del maltempo sulle ferrovie. «Sulla Palermo-Agrigento i binari sono stati translati di 15-20 metri – ricorda Pizzo – mentre sulla Palermo-Catania sono stati scavati da sotto per un arco di circa 300 metri. La bretella della A19 è in ritardo di soli tre giorni sul crono-programma. Entro la metà di novembre la potremo aprire».
Tra un’emergenza ed un’altra Pizzo è stato anche colui che più di altri ha creduto al rilancio del treno in Sicilia: «Avremo un investimento di 200 milioni di euro di treni nuovi, inserito all’interno del contratto di servizio con le ferrovie, di cui 150 investiti dalla Regione e 40 da Trenitalia. Un terzo dei 150 milioni sono già in gara che dovrebbe essere aggiudicata entro novembre», mentre sulla legge impugnata che regola gli appalti, subito precisa: «Abbiamo predisposto insieme con Palazzo Chigi un emendamento tecnico che avrà presto l’apprezzamento della giunta. Il nuovo calcolo tende a riportare tutto nelle medie nazionali di ribasso che sono tra il 17 ed il 23 per cento. Tendiamo a dei ribassi che consentano il completamento dell’opera e il mantenimento dell’impianto economico dell’impresa edilizia».