Ad Acireale continua il dibattito sulla pubblicità del documento che avrebbe dovuto fare luce sulla ristrutturazione del parco. L'amministrazione non sa come mai i documenti non siano stati fatti visionare alla deputata Angela Foti. Dietro front, invece, sulla nomina comunale del collaudatore: «Un fraintendimento»
Villa Belvedere, ancora mistero sulla relazione Comune: «Accesso atti? Non sappiamo nulla»
Atto pubblico o relazione informale da non divulgare? All’indomani della conferenza stampa con cui il Movimento 5 stelle di Acireale ha riportato l’attenzione sui lavori di ristrutturazione della villa Belvedere – il principale parco cittadino che, dopo l’inaugurazione senza collaudo ad aprile 2014, rimane parzialmente inagibile – a tenere banco è la polemica sulla relazione della commissione di verifica nominata lo scorso anno dall’attuale sindaco Roberto Barbagallo. Documento della quale, al netto della fuga di notizie, a oggi non è stato divulgato il contenuto. Alimentando le voci secondo cui l’attuale amministrazione, che ha ereditato la ristrutturazione dalla passata giunta Garozzo, possa aver avuto un ruolo nella lentezza con cui finora è stata affrontata la questione riapertura.
Tanti gli argomenti in ballo: dalla qualità dei lavori effettuati dalla ditta aggiudicatrice dell’appalto alla vicinanza dei componenti della commissione di verifica (che ha lavorato a titolo gratuito) all’amministrazione. Passando per la presunta maggiorazione dei prezzi e i ritardi per completare il collaudo della struttura. Su tutti, però, ad attirare l’attenzione è il mistero che da mesi circonda la relazione sulla ristrutturazione. Un documento che sarebbe dovuto servire a rimarcare le carenze di una serie di interventi, costati complessivamente oltre otto milioni di euro di fondi europei.
E così, se ieri il sindaco ha ribadito la totale pubblicità della relazione – che «non è stata di certo occultata» ma che sarebbe «disponibile per chi ne richieda l’accesso» -, stamani a tornare sulla vicenda è stata la deputata regionale del Movimento 5 stelle Angela Foti. La quale smentisce la versione del primo cittadino: «Il sindaco sostiene che la relazione da lui commissionata a un super team di esperti, a titolo gratuito sia disponibile a chiunque ne faccia richiesta di copia – si legge in una nota -. Peccato che in data 20 aprile 2015, per mezzo di posta certificata, avevo fatto richiesta senza aver mai avuto risposta». La deputata fa poi riferimento a un incontro in cui Barbagallo avrebbe risposto che, «trattandosi di un lavoro da lui espressamente richiesto e fondato su un rapporto fiduciario con i professionisti coinvolti, non era possibile visionarlo o averne copia».
Mentre sull’incontro il sindaco – interpellato da Meridionews in risposta a Foti – preferisce non replicare, sulla mancata consegna della documentazione da parte del Comune, dopo l’accesso agli atti operato dal M5s, Barbagallo si dichiara ignaro di cosa possa essere accaduto. «Non si spiega come mai la relazione non sia stata fatta pervenire al Movimento – fanno sapere dall’ufficio stampa del Comune – poiché si tratta di un atto pubblico e disponibile a chiunque ne faccia regolare richiesta. Da parte dell’amministrazione comunale non c’è mai stata volontà di nascondere i rilievi fatti dalla commissione di verifica».
Dal canto suo, il M5s attacca anche sul fronte collaudo, smentendo la versione secondo cui i tecnici che hanno il compito di testare la villa sarebbero stati nominati dalla Regione. «Non è chiaro a chi si riferisca il sindaco quando afferma di avere spinto per mesi “l’organo nominato dalla Regione” – continua Foti -. Si riferisce forse al collaudatore tecnico amministrativo, l’architetto Angelo Spina, nominato con determina sindacale, selezionato dall’elenco comunale dei professionisti tecnici per importi inferiori a 100mila euro?».
All’origine di questo disguido, però, sembrerebbe esserci stata una mera svista: «Si è trattato di un fraintendimento – risponde l’ufficio stampa -. È vero, il collaudatore è stato nominato dalla passata giunta Garozzo. Ciò, però, non ha inciso in alcun modo sui tempi del collaudo». La lentezza, infatti, riguarderebbe l’iter che dovrebbe portare la ditta responsabile dei lavori ad apportare gli interventi richiesti dal collaudatore. Modifiche che vanno fatte entro la fine dell’anno: «Il 31 dicembre scadrà il termine per il collaudo – prosegue il Comune -. Dopo di che, se la ditta non avrà risposto alle richieste, non rimarrà altro da fare che agire affidando a terzi le modifiche, per poi rivalersi in danno su di essa».