Un occhio nero e una prognosi di nove giorni. Sono le conseguenze subite da un dipendente dell'azienda di trasporto pubblico comunale, dopo aver contestato a un ragazzo l'assenza del biglietto all'interno di una vettura che passava per corso Italia. Il presidente Carlo Lungaro promette: «Aumenteremo i controlli»
Amt, controllore aggredito con un pugno «Il bus era in pieno salotto buono della città»
«Mentre cercavo di multare un ragazzo senza biglietto, un suo amico mi ha tirato un pugno nell’occhio». A parlare è Franco Antonio, controllore 50enne dell’Azienda metropolitana trasporti etnea. Iieri l’uomo è stato aggredito all’interno di una vettura Amt dopo aver chiesto a un 25enne di vedere il suo titolo di viaggio. «L’autobus si trovava nella zona del corso Italia, in pieno salotto buono della città», continua il suo racconto Antonio. Che mostra i segni dell’aggressione subita – un ematoma all’occhio destro -, e spiega che «nonostante tutto tornerò a lavoro fra nove giorni, poco dopo la guarigione».
Antonio, insieme al presidente Amt Carlo Lungaro, è stato ricevuto questa mattina nella sala Giunta di palazzo degli Elefanti per raccogliere gli encomi e gli auguri di pronta guarigione dal sindaco Enzo Bianco. «Purtroppo episodi del genere sono all’ordine del giorno per quelli che come me fanno questo lavoro – spiega -. Il controllo a Catania è difficile», precisa il dipendete. «Ha ragione, in questa città le piccole illegalità ci sono e non possono essere tollerate», gli fa eco il primo cittadino di Catania.
Quella del mancato pagamento del ticket del bus è un’evasione da cinque milioni di euro l’anno, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Amt. «So per certo che il presidente Lungaro ha intenzione di intensificare i controlli affiancando ai verificatori Amt le guardie giurate», conclude Bianco. Ricordando una proposta fatta a febbraio e che sarebbe dovuta diventare operativa nei mesi successivi. «Troveremo delle soluzioni – risponde Lungaro – I gesti di violenza ci spingono a fare ancora di più per evitarli». Secondo il presidente dell’azienda di trasporti, il problema sarebbe l’atteggiamento di alcuni catanesi che «non pagano e reagiscono se qualcuno gli ricorda di doverlo fare».