Acireale, domani grave allerta maltempo Scuole chiuse e invito a non uscire di casa

«Chiusura preventiva di tutte le scuole di ogni ordine e grado che ricadono nel territorio del Comune di Acireale e degli uffici pubblici salvo quelli destinati a servizi essenziali e di assistenza». È questa la decisione del sindaco Roberto Barbagallo per far fronte all’allerta meteo con criticità di livello rosso annunciata dal dipartimento regionale di Protezione civile per la giornata di domani. Una fase operativa di allarme con possibili precipitazioni «da sparse a diffuse – recita il bollettino meteo – a prevalente carattere di rovescio o temporale con accumuli da elevati a molto elevati».

«La notizia non sia considerata un allarme, ma un’informazione utile». Erano state le parole del primo cittadino per rendere noto il rischio che domani abbondanti piogge potrebbero riversarsi sulla costa ionica. Nel caso della città dei cento campanili l’annuncio riporta inevitabilmente alla mente i fatti drammatici dello scorso 5 novembre, quando una potente tromba d’aria ha attraversato la città, devastandola. E più in generale tornano alla mente le incessanti piogge che l’anno scorso, ancor più che in passato, hanno messo in luce le carenze dell’Acese nell’affrontare eventi atmosferici di forte intensità.

In tal senso, la comunicazione del Comune – che, nel caso le previsioni dovessero essere rispettate, invita la popolazione a limitare gli spostamenti ed evitare le zone a ridosso del torrente Lavinaio-Platani – rappresenta un piccolo segnale di cambiamento rispetto a un anno fa. Quando in ottobre scoppiò una polemica sui ritardi con cui fu annunciato il preallarme meteorologico, nonostante le forti piogge sin dal mattino avessero fatto temere il peggio. In quell’occasione, il torrente esondò causando ingenti danni alla frazione marinara di Capomulini e rischiando di travolgere un uomo che aveva attraversato il letto del corso d’acqua appena pochi secondi prima dell’ondata.

Comunicazione a parte, però, la sensazione generale è che ancora una volta poco sia stato fatto in tema di prevenzione. Infatti, se dall’ufficio stampa del Comune fanno sapere che in seguito a una sollecitazione del sindaco «Ferrovie dello Stato ha provveduto alla pulizia e disostruzione del canale di gronda alle spalle della stazione di Acireale, punto di deflusso dell’acqua piovana verso la frazione di Santa Maria delle Grazie», altri interventi attendono ancora di essere eseguiti, con il rischio di ritrovarsi impreparati.

Su tutti, la pulizia delle caditoie. Nonostante dovrebbe rientrare nella manutenzione ordinaria delle strade e benché negli scorsi mesi la competenza sia stata trasferita al personale Sogip – la municipalizzata che ad Acireale si occupa della gestione del servizio idrico -, a oggi sono tantissimi i casi di tombini otturati che, già alle prime piogge, contribuiscono a trasformare le strade in fiumi. A riguardo, il Comune fa sapere che le operazioni dovrebbero partire nelle prossime settimane dopo che l’assessore ai Lavori Pubblici, Nando Ardita, «ha esortato gli uffici e Sogip a effettuare in tempi brevi l’intervento».

Rimanendo in tema di sicurezza, discorso simile va fatto per le condizioni del già citato torrente Lavinaio-Platani. Si fanno ancora attendere, infatti, gli interventi straordinari di cui dovrebbe beneficiare il corso d’acqua, che in passato ha causato la morte di più persone. A metà giugno, la Regione ha ufficializzato il finanziamento – per un ammontare complessivo di 2,5 milioni di euro – di una serie di opere che dovrebbero mitigare il rischio idrogeologico negli ultimi chilometri del torrente, ma per la cui realizzazione non si conoscono con certezza le tempistiche. 

Di entità diversa, invece, i rischi che potrebbero correre il teatro Maugeri e il PalaVolcan, i due immobili pubblici maggiormente danneggiati dalla tromba d’aria di novembre. Anche in questo caso, stanziati i fondi per la ricostruzione – 442 mila euro per il palazzetto dello sport e 700mila per il teatro -, l’attesa è per la conclusione dell’iter che dovrà portare alla messa in atto delle riparazioni. Così, aspettando che il tempo della burocrazia scorra in avanti portando a risultati concreti per la vivibilità della popolazione – costretta ancor oggi a vivere in una città che per larghi tratti porta ancora vivide le ferite di dieci mesi fa -, per tutti non rimane altro che prepararsi alla ciclicità delle stagioni. Confidando nel fato più che nell’operato dell’uomo.      


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