L'uomo è stato accusato in relazione al naufragio avvenuto ai primi di agosto e in cui hanno perso la vita 26 persone, tra cui tre bambine, una della quali appena una neonata, assieme a oltre 400 naufraghi. La decisione dei giudici ribalta così quella del gip ma riguarda solo uno dei cinque presunti scafisti che resta dunque in carcere
Omicidio plurimo contestato a libico Tribunale riesame ribalta decisione gip
Un libico è stato accusato di omicidio plurimo in relazione al naufragio avvenuto ai primi di agosto e in cui hanno perso la vita 26 persone, tra cui tre bambine, una della quali appena una neonata, assieme a oltre 400 naufraghi. A stabilirlo il Tribunale del Riesame di Palermo che ha ribaltato la decisione del gip solo per uno dei cinque presunti scafisti che resta dunque in carcere anche per l’accusa di omicidio plurimo. La sezione, composta da Giacomo Montalbano (presidente), Gaetano Scaduti (giudice relatore) e Salvatore Flaccovio, ha accolto l”appello della Procura di Palermo contro il provvedimento del gip che, il 10 agosto scorso, non aveva convalidato il fermo per omicidio plurimo, confermando invece la custodia cautelare solo per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta del libico Abdullah Snousi, 24 anni.
La Procura aveva presentato appello contro l’ordinanza del gip per tutti e cinque gli indagati ma fino ad oggi il tribunale del a Riesame ha sciolto la riserva, al momento, solo nei confronti di Snousi. In questo caso e’ stata accolta la tesi dei Pm che restano in attesa della valutazione della posizione degli algerini Ali Rouibah, 24 anni e Imad Busadia, 23 anni, del libico Suud Mujassabi, 21 anni, e del tunisino Shauki Esshaush, 21 anni, che restano comunque detenuti al Pagliarelli. Secondo i giudici del Riesame «è stata la violazione di tali elementari regole di sicurezza, in primis quella di effettuare la navigazione nonostante un numero di passeggeri eccessivo e tale da creare un elevato rischio di ribaltamento, a determinare l’evento critico che ha poi determinato la morte di numerosi individui, molti dei quali annegati perché non muniti di giubbino di salvataggio».