Volare dal capoluogo lombardo a quello etneo, in questi giorni, costa quanto andare a Rio De Janeiro o New York in bassa stagione. «È una situazione di cartello», denuncia uno studente tramite la pagina Facebook di Alitalia. E online parte l'invito a segnalare al garante della Concorrenza. Guarda la vignetta
Milano-Catania e ritorno, quel viaggio troppo costoso Più di 400 euro per biglietto: «Rivolgersi all’Antitrust»
Partire da Milano Linate lunedì 3 agosto diretti a Catania costa, al minimo, 403 euro. Fare la tratta inversa il 30 agosto, invece, ha il prezzo di 399 euro. È uno dei viaggi di andata e ritorno più comuni tra i catanesi, studenti o lavoratori, che sono emigrati nel capoluogo meneghino e vogliono trascorrere le vacanze estive in Sicilia. Quasi 800 euro per due tratte da effettuare con Alitalia. Andare e tornare da Rio De Janeiro costerebbe qualche decina di euro in più. Un’andata e ritorno con New York, invece, verrebbe fino a 200 euro in meno. Ma tra la città etnea e quella della Madunina non ci sono oceani di mezzo. Ci sono invece tanti viaggiatori disperati per i costi eccessivi. «Io, francamente, quando guardo i biglietti mi sento male», sorride Maurizio Facchini, 23enne siracusano studente della Bocconi. Su Facebook ha scritto un messaggio alla compagnia di bandiera, scatenando le risposte inferocite di decine di cittadini. Comprese quelle di chi propone la segnalazione di massa all’Antitrust, per quello che viene definito un «cartello dei voli Nord-Sud».
La vignetta di Massimiliano Favazza
«Sono al quinto anno di università e ne ho viste veramente tante – spiega Maurizio – Da quando la Windjet non c’è più, il trend dei costi dei biglietti aerei si è attestato su una crescita costante. Sono ormai quattro anni che la salita dei prezzi è inarrestabile. Certe tratte aumentano pure di 50 euro l’anno», sostiene il giovane. «Ci sono biglietti di sola andata che arrivano a costare 470 euro. E il viaggio che costa di meno era sui 225 euro, ormai mesi fa». E a praticare tariffe così alte sono anche le compagnie low-cost, che per definizione dovrebbero essere più economiche: «Con Ryanair l’andata è sui 210 euro, con Meridiana 360. I posti a prezzo ridotto per la continuità territoriale si riempiono in fretta». Il risultato è che anche «prenotando con cinque mesi di anticipo, cosa che per uno studente o per un lavoratore è quasi impossibile, i biglietti sono insostenibili». A questi dati vanno aggiunte le riduzioni delle partenze da e per la Sicilia. Per via di quei tagli alle tratte messi in atto da AirOne e Meridiana. «Io non torno a casa da ottobre – racconta Maurizio Facchini – Devo già sostenere la retta universitaria e l’affitto. Aggiungere i voli mi viene veramente difficile. Non posso permettermi di gettare al vento cifre simili».
Molti suoi amici meridionali scelgono lunghe e faticose alternative pur di rimettere piede nel suolo natìo: «Qualcuno prende il treno fino a Roma e poi vola a Catania, qualcun altro fa il viaggio intero sui vagoni. Altri ancora vanno con l’autobus. Ma è un viaggio che può durare più di venti ore». «Non possiamo credere che sia un disagio solo per i cittadini siciliani che vogliono tornare a casa – precisa il 23enne – consideriamo anche i tour operator che vendono i pacchetti tutto incluso e che devono alzare i prezzi, e quindi potenzialmente perdere clienti, per colpa di un aereo troppo costoso. È la Sicilia intera che ci perde». Maurizio tornerà a casa, nel Siracusano, il 23 agosto. Partirà da Milano alle nove del mattino, farà scalo a Napoli e atterrerà a Fontanarossa intorno alle 15. Salvo ritardi, ovviamente. «Era la soluzione più economica: 165 euro sola andata. Ma almeno non passerò tutta l’estate in Lombardia», conclude il giovane.
«Quando la situazione è questa bisogna denunciare all’autorità competente, che in questo caso è l’Antitrust», spiega Mirko Viola, segretario dell’associazione Città Insieme. È stato lui a intervenire sotto al post dello studente aretuseo consigliando ai viaggiatori di rivolgersi al garante della Concorrenza e del mercato. «La procedura è molto semplice – continua Viola – Si fa tutto online, tramite il sito dell’Antitrust. La segnalazione non deve essere particolarmente circostanziata, né deve essere formulata da un giurista». Sarà l’autorità a verificarla e a prendere provvedimenti: «Ci sono stati in passato pronunciamenti su questo stesso argomento – conclude Mirko Viola – È la gente che fa partire gli accertamenti. Se tante persone scrivono della stessa cosa quelle segnalazioni acquisiscono ovviamente un peso diverso».