Acireale, controlli per la quiete pubblica «Celebriamo il funerale della musica»

Meno di una giornata passata in un ufficio rumoroso. Decibel inferiori anche a quando si ascolta la radio o si parla in maniera animata. Ad Acireale, non mancano pub e locali dove trascorrere le serate. I problemi, però, sorgono nel caso in cui, oltre a mangiare o bere, si voglia anche ascoltare un po’ di musica. Magari dal vivo e all’aperto. I limiti imposti dalla legge in merito all’esercizio delle attività di intrattenimento nei locali nelle ultime settimane hanno dato vita a una sequenza di controlli e interventi delle forze dell’ordine per riportare la quiete pubblica. Ma per far scattare lo stop basta poco: il regolamento comunale stabilisce in 65 decibel il limite massimo per le sorgenti sonore nel centro storico fino alle ore 22, soglia che poi scende a 55 decibel. Un livello di tolleranza che a conti fatti rende praticamente impossibile suonare all’aperto e che ha indotto ieri sera i titolari dell’Etimuè a indire un flash mob di protesta. In silenzioso.

«In occasione del primo live estivo annullato a causa della necessità di riposare (per sempre) – scrivono su Facebook i gestori del locale – organizzeremo il nostro primo flash mob ma in silenzio. Regole della serata: presentatevi muniti di cuffie per lettore mp3 e con un indumento di colore nero (è pur sempre il funerale della musica). Sono graditi e incoraggiati canti e balli ovviamente in silenzio!». L’evento ha registrato la partecipazione di una cinquantina di giovani acesi – tra cui una band che ha suonato a zero decibel – che hanno voluto dimostrare la propria solidarietà ai titolari di uno dei locali che più si è impegnato a risvegliare una città accusata di essere un dormitorio. «Noi ce la mettiamo tutta – dichiara Marco Cardia, romagnolo che ha deciso di investire in Sicilia – cerchiamo di offrire sano svago ai giovani, rispettando tutte le regole. Ma davanti a certe condizioni è davvero difficile andare avanti, per poi rischiare magari anche una denuncia per disturbo della quiete pubblica».

Mentre in via Genuardi prosegue la protesta silenziosa, poche centinaia di metri più in là, in Piazza Garibaldi, si registra l’ennesimo intervento della polizia municipale che, insieme ai tecnici dell’Arpa, ravvisa l’ennesimo sforamento della soglia limite costringendo i titolari del Cartabianca a mettere fine allo spettacolo musicale. Una scena già vista nelle scorse settimane e che potrebbe essere destinata a ripetersi. «Ancor prima che una questione tecnica di decibel, il vero problema è culturale – commenta Emanuele Serpa, titolare del Portico Cafè -. Avere una soglia di 55 o 65 cambia poco, chi vuole infastidirsi continuerà a farlo. La realtà è che purtroppo Acireale ancora oggi non ha una vocazione turistica». La salvaguardia del silenzio, però, rischia di andare a discapito dell’economia e più in generale della socialità. «Vedere arrivare i carabinieri con le luci accese – continua Serpa – quando la colpa è quella di aver fatto un po’ di musica dal vivo, non è il massimo. Probabilmente in questa città i comportamenti da perseguire sono altri». 

All’origine di questi problemi, i gestori dei locali denunciano anche la mancanza di una visione chiara da parte dell’amministrazione. «Spiace dirlo, ma manca una programmazione di cafè-concerto. Ancora oggi tutto viene lasciato alla buona volontà e alla creatività dei volenterosi, ma solo questo non basta e i problemi in cui ci imbattiamo noi operatori del settore sono evidenti. Dal canto nostro – conclude Serpa – continueremo a fare musica, sin da stasera, sperando di riuscire a completare la nostra serata». Da un punto di vista normativo, a disciplinare la problematica è il regolamento comunale, aggiornato ogni anno. Nonostante gli atti si rifacciano a leggi quadro di carattere nazionale, le decisioni assunte dal primo cittadino Roberto Barbagallo, che ad Acireale è titolare anche delle deleghe al turismo e alla cultura, sembrano restringere il campo d’azione dei ristoratori. Mentre il regolamento comunale fissa nelle 2 di notte l’orario estivo entro cui cessare la musica, con una determina dell’8 giugno il primo cittadino ha stabilito nella mezzanotte l’ora in cui bisognerà smettere di suonare. A meno di non continuare in silenzio.


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A causa dei limiti imposti dal regolamento comunale, aumentano i controlli e gli interventi delle forze dell'ordine. I titolari di alcuni locali hanno deciso di organizzare un flash mob, con canti e balli silenziosi. «Cerchiamo di rispettare le regole, ma davanti a certe condizioni è davvero difficile andare avanti», commenta uno dei gestori

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