«Gioacchino Lunetto deve essere rimosso immediatamente». Così Catania Bene Comune sul caso del responsabile della polizia ferroviaria che su Facebook ha scritto, tra le altre cose, «Mi manca Hitler». Al movimento etneo fa eco Paola Ottaviano, avvocata di Borderline Sicilia: «Presupposti per una denuncia»
Chiesta la rimozione del dirigente Polfer Associazioni: «Istigazione all’odio razziale»
«Le dichiarazioni di questo signore sono di una gravità inaudita. Deve essere sospeso immediatamente». Dopo la pubblicazione della notizia delle esternazioni razziste di Gioacchino Lunetto, dirigente della polizia ferroviaria di Catania ed ex consigliere comunale di Aci Sant’Antonio, le reazioni non si sono fatte attendere. Alla richiesta, fatta da Erasmo Palazzotto (Sel), di intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano, fa seguito quella di Catania Bene Comune. «Sono frasi fuori dalla legalità e dal rispetto di qualunque legge – afferma Matteo Iannitti – Sono incompatibili con qualsiasi incarico nelle istituzioni. Questa persona non dovrebbe essere neanche un agente, figurarsi un responsabile». E Paola Ottaviano, avvocata dell’associazione Borderline Sicilia, da sempre attenta al tema dei migranti, aggiunge: «Ci sono i presupposti per una denuncia penale per istigazione all’odio razziale, oltre che per apologia del fascismo».
«Ah, mi manca Hitler». «Bruciarli vivi o rimpatriarli». «Buttateli a mare». Queste sono solo alcune delle frasi che Lunetto scriveva sul suo profilo Facebook, adesso cancellato, senza alcuna restrizione di privacy. Un commento dietro l’altro, per la maggior parte dedicati ai migranti: «Avvisate la Kyenge e la Boldrini – scriveva Lunetto lo scorso settembre – Dite loro che i loro amici, ospiti non invitati a casa nostra, sono dei selvaggi, bestie da sopprimere quantomeno per la mancanza di rispetto nei confronti degli italiani». «Questo signore getta un’ombra inquietante sulla questura di Catania – dice Iannitti – Dobbiamo riflettere su qual è la vera natura di pezzi delle forze dell’ordine della città. Ci immaginiamo cosa può significare, alla luce di questa notizia, per un migrante o un attivista, trovarsi davanti questo poliziotto domani?». E conclude: «È pericoloso che, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, ci sia un nazista che gestisce l’ordine pubblico alla stazione. Ricordiamo che lì vicino ci vivono persone senza fissa dimora e che, visto quanto Lunetto scrive, potrebbero essere state in pericolo».
«Il fatto che su internet si perdano i freni inibitori non giustifica l’espressione di opinioni razziste, xenofobe e violente – arringa Ottaviano -. Si tratta di una persona che ha ricoperto ruoli istituzionali e di un rappresentante dello Stato, non può restare impunito». A chi ha idee come quelle di Gioacchino Lucchetto, però, secondo la legale fanno da contraltare le persone che, invece, hanno a cuore la questione migranti. «Qualche giorno fa ci ha chiamati un operatore delle ferrovie che si è ritrovato sul treno un gruppo di eritrei che si erano spostati da Pozzallo – racconta la legale – Si erano persi ed erano arrivati a Giarre. Questo dipendente voleva sapere cosa fare per aiutarli e ha chiamato noi di Borderline». «La crisi economica rende questo momento molto delicato – conclude Paola Ottaviano – Quando si sta peggio, la cosa più facile che si fa è dare la colpa del proprio malessere a chi viene da fuori. È il fuoco su cui soffiano persone che vogliono solo parlare alla pancia della gente. Siamo all’apice di una paura cavalcata da anni, e ormai ogni pudore è stato sdoganato. Sappiamo a cosa portano queste fasi storiche. Il rischio è che, se si rompono gli argini, poi sia troppo tardi per porre rimedio».