In occasione della Biennale dello Spazio pubblico nella capitale è stato presentato un concept design realizzato da un team etneo multidisciplinare, composto da architetti dell’ordine, sociologi e dal comitato locale Cittadini attivi
I ruderi urbani di S. Berillo alla Biennale di Roma «Un progetto tra recupero e nuovi insediamenti»
«Il quartiere viene rigenerato solo se si parte dall’esperienza dei propri residenti, integrando nuove attività economiche e nuovi abitanti». Così Andrea D’Urso, del comitato Cittadini attivi San Berillo riassume il senso del progetto realizzato da una equipe di tecnici catanesi. I ruderi urbani di San Berillo è un lavoro collettivo che evidenzia tutta la complessità sociale dello storico quartiere etneo. Un tempo cuore commerciale della città e da sempre zona a luci rosse, oggi abitato per lo più da prostitute e da cittadini di nazionalità extracomunitaria. Il progetto, presentato alla Biennale dello spazio pubblico di Roma, centra l’attenzione su due temi principali: da un lato il recupero dei numerosi manufatti architettonici presenti nel quartiere e dall’altro l’esigenza di una nuova progettazione che includa e salvaguardi il tessuto sociale esistente.
Come rileva Gaetano Randazzo, uno dei responsabili del progetto e presente alla Biennale: «Mantenerne i caratteri architettonici e la memoria, diversamente da quello che potrebbe farsi in più estesi tessuti urbani storici, può essere un modo per associare alla conservazione l’inserimento di altre funzioni. Nell’aula attigua alla nostra – continua l’ingegnere Randazzo – si è dibattuto sulle proposte di sistemazione dei fori imperiali, dove si è messa in discussione il destino della via dei Fori imperiali che, sebbene annoverata come urbanistica del ventennio, potrebbe essere modificata o rimossa a favore del tessuto archeologico che copre e separa» .
Come spiega a MeridioNews Andrea D’urso, un altro dei componenti responsabili del progetto: «Questo è il risultato di un lavoro congiunto con gruppo di architetti appartenente all’ordine, i sociologi dell’università di Scienze politiche e sociali, il Laposs (laboratorio di progettazione, sperimentazione e analisi di politiche pubbliche e servizi alle persone) e il comitato Cittadini attivi». Un lavoro nato a settembre dal workshop Retè abitare le rovine e andato avanti sino ad arrivare a presentare «le linee guida per un futuro progetto per San Berillo alla Biennale». Con alcuni elementi di novità. Come «la interdisciplinarità degli attori – continua D’Urso – e la prospettiva nuova secondo cui bisogna prestare attenzione ai bisogni e alle esigenze degli abitanti di San Berillo, per poter progettare il futuro di questo quartiere».