Ieri Alessia era tra i tanti e le tante runner catanesi. Poco dopo il lido Aquarius, nota un'auto con dentro un uomo intento in un atto di autoerotismo. Lei avverte i carabinieri, ma raccoglie la scarsa fiducia delle altre ragazze incontrate: «Non è la prima volta. Se l'avesse visto mio marito, gli avrebbe gonfiato la faccia»
Scogliera, uomo si masturba davanti a chi corre Una lettrice: «Il tutto tra l’indifferenza generale»
Se dovessi dare un titolo per incoronare il pomeriggio di oggi, nei pressi della zona Scogliera, sarebbe La corsa dell’indifferenza. Maniaci e dintorni. A partire soprattutto dal periodo primaverile, e soprattutto adesso a ridosso della prova costume, la scogliera di Catania, per intenderci dal lido Bellatrix fino alla piazza Castello, pullula di corridori. Gente di tutti i tipi: giovani, adulti, anziani, coppie, tutti a correre. La zona, al momento, è certamente più tranquilla del lungomare di Catania invaso dalle automobili (cioè dallo smog), e quindi ben si presta. Sarà forse quella stessa tranquillità ad attrarre qualcuno che sul ciglio della strada si spoglia candidamente nella propria auto e si masturba alla luce del sole (o del tramonto)?
Questo ho visto con i miei occhi intorno alle 19.15 di ieri. Venendo dall’hotel Sheraton, subito dopo il lido Aquarius, noto un’automobile. Una Mègane station wagon grigia con un uomo a petto nudo intento a masturbarsi. Pochi secondi per vedere e per continuare a correre. Nello stesso frangente correvano, in entrambi le direzioni, tantissime altre persone. Ragazze come me, e uomini. Dopo pochi minuti si arriva davanti alla stazione dei carabinieri. Noto che entra nel cancello un corridore, come me. Era un carabiniere. Gli chiedo accesso per denunciare un fatto. Mi invita a dire a lui. Lo avviso di quanto ho visto. Mi chiede se avessi preso il numero di targa, la mia risposta è stata no. Ma gli ho indicato il tipo di autovettura e il luogo preciso. Mi ha tranquillizzata dicendomi che non c’era bisogno di entrare in caserma e che avrebbe avvisato i colleghi e mandato una pattuglia.
Torno indietro, di corsa ovviamente. Noto che l’auto con il masturbatore è ancora li. Stavolta, però, noto anche due ragazze lamentarsi. Ho corso un tratto con loro e mi hanno raccontato che quello non era il primo caso, in quel tratto, che avevano incontrato nel pomeriggio. Secondo loro, rivolgermi ai carabinieri non aveva senso. «Se l’avesse visto uno come mio marito gli avrebbe gonfiato la faccia», è stato il commento di una delle due. Non so se i carabinieri siano effettivamente andati. Nei prossimi giorni chiederò certamente, anche perché non è inusuale notare uno strano passeggio di auto in quella zona. Magari qualche sfaccendato che si diverte ad ammiccare a qualche ragazza, facendo avanti e indietro. Anche questo mi è capitato. Quello che non capiterà più, invece, è andare a correre. Nell’indifferenza di chi vede e passa avanti.
Alessia