Crocetta scopre 800 grandi evasori Tra loro anche nomi eccellenti 

C’è la barista che in un paesino della provincia etnea è proprietaria di un aereo di otto posti da 12 milioni di euro. Oppure l’operaio che risulta titolare di uno yacht del valore di oltre tre milioni di euro, e, persino, un novantenne proprietario di un cabinato da 4 milioni di euro. Stranezze di Sicilia. Che uno studio realizzato dal presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, ha fatto venire alla luce e che adesso finiranno sul tavolo della Procura. Ad assicurarlo è lo stesso governatore Rosario Crocetta, che oggi ha chiamato a raccolta i giornalisti per illustrare loro l’ennesimo scandalo. Un’evasione fiscale di circa un miliardo di euro, da parte di «personaggi ricchissimi» che adesso sarà oggetto di un esposto. Gente comune, ma anche nomi eccellenti, uomini pubblici. In molti casi, i proprietari di yacht, di immensi patrimoni immobiliari, di aziende, di autovetture di lusso e d’epoca, di residence, di alberghi risultavano nullatenenti: reddito zero.

«Abbiamo scovato 800 nomi di grandi evasori fiscali, fra i 500mila e i 10 milioni a testa», dice il presidente della Regione siciliana, assicurando che con il miliardo recuperato il Pil dell’Isola aumenterà dell’1,5 per cento. «Non basta perseguire il piccolo artigiano, il piccolo imprenditore. Anche se lo becchi il rientro economico non è particolarmente significativo – spiega Crocetta -. Qui parliamo di grandi nomi, scoperti al termine di un’indagine ispettiva che ha permesso di incrociare una serie di parametri, quali il possesso di yacht, ville e auto di lusso e le dichiarazioni dei redditi».

«Gente che ha un tenore di vita altissimo», tiene a precisare il governatore. Non certo piccoli risparmiatori. «L’altro tipo di irregolarità emersa – spiega ancora – riguarda nullatenenti che nel giro di un anno sono diventati miliardari». Arricchimento sospetto per Crocetta, dietro il quale «potrebbe nascondersi il riciclaggio di denaro». Per favorire i controlli il governatore annuncia la creazione di «un ufficio grandi evasioni» e l’avvio di «un’azione congiunta con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate. Ovviamente – conclude – consegneremo tutta questa documentazione alla Procura». 

Evasori che, è stato spiegato in conferenza stampa, operano in tutti i settori: dall’ortofrutta ai trasporti, dalla nettezza urbana e dal movimento terra alle onoranze funebri. Ma quello che preoccupa oltre agli evasori veri e propri sono i prestanome. «Soggetti nullatenenti – spiega Fiumefreddo – con un carico fiscale che in qualche occasione supera singolarmente i 50 o i 60 milioni di euro. Il che significa che dietro c’è un’attività di riciclaggio». A fare qualche esempio è lo stesso Fiumefreddo. «A Palermo un cabinato di oltre 3 milioni di euro è intestato a un operaio e un soggetto di 23 anni ha un’esposizione debitoria di oltre 30 milioni di euro. A Catania abbiamo trovato un soggetto di 28 anni che non ha una storia imprenditoriale alle spalle e non è figlio di imprenditori, ma nonostante ciò ha un carico di debiti per 85 milioni di euro. In questo caso si tratta probabilmente di un prestanome. In un paesino della provincia etnea – dice ancora – un aereo di otto posti da 12 milioni di euro, non dichiarato e che vola parecchio, è intestato a una signora proprietaria di un bar. A Trapani c’è stato un boom di imbarcazioni intestate a soggetti a reddito zero e un cabinato da 4 milioni di euro è intestato a un soggetto di 90 anni». 

Per il presidente di Riscossione Sicilia è «impossibile pensare di recuperare l’intero miliardo evaso in un solo anno. La performance di Equitalia in genere è intorno al 25 per cento. Se arriviamo al 20 per cento sarà un grande risultato. La Sicilia è un porto franco, oggi è uno dei paradisi fiscali europei. Chi sono? Non posso dirlo, posso solo rivelare che si tratta anche di uomini pubblici».


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