Massimiliano Arena, 32 anni, è stato trovato in un'intercapedine di uno stabile in ristrutturazione in viale Moncada. Come il padre, il boss Giovanni Arena, considerato tra i 30 latitanti più pericolosi al momento del suo arresto nel 2011. Deve scontare una pena di cinque anni per rapina a mano armata, era irreperibile dal 31 marzo
Arrestato l’ultimo Arena, latitante da due mesi Nascosto in un appartamento a Librino
Era nascosto nell’intercapedine di un appartamento in ristrutturazione a Librino, in viale Moncada. Non aveva cambiato abitudini Massimiliano Arena, latitante dallo scorso 31 marzo, arrestato oggi dai carabinieri del comando provinciale etneo.
L’uomo deve scontare una pena di cinque anni per rapina a mano armata effettuata il 12 febbraio del 2007 in un negozio all’ingrosso di pelletteria gestito da un commerciante cinese. In quella circostanza con due complici, armati di fucile, hanno fatto irruzione nel negozio esplodendo subito un colpo su un neon del soffitto e rapinando 1.300 euro in contanti, contenuti nella cassa. Ieri notte i militari lo hanno trovato in un nascondiglio ricavato in una intercapedine di uno stabile in cui sono in corso lavori di ristrutturazione nel quartiere di Librino, nel viale San Teodoro.
Massimiliano è figlio di Giovanni Arena, ritenuto un elemento di spicco di Cosa Nostra etnea, boss capace di rimanere latitante per 18 anni, dal 1993 fino all’ottobre del 2011. Al momento di essere catturato era tra i 30 latitanti più pericolosi. «Questa volta siete stati bravi. Da vent’anni sono in questa casa», con queste parole aveva accolto gli agenti della squadra mobile di Catania che lo hanno trovato in un appartamento di Librino, poco distante dal palazzo di cemento, che fu il centro del potere della famiglia Arena. Sbriciolato dai continui arresti della famiglie negli ultimi anni.
Massimiliano, 32 anni, era già stato catturato nel 2007 e poi rinviato a giudizio per il tentato omicidio di un metronotte in servizio davanti alla guardia medica di Librino. L’uomo era già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza.
Tra i figli del boss Giovanni Arena, gli ultimi a essere arrestati sono stati Simone, il più piccolo, classe 1989, detto Luppino, in manette da febbraio del 2012 e le due figlie femmine, Agata e Lidia. Queste ultime sono state arrestate per detenzione di armi e munizioni comuni e da guerra, ricettazione e detenzione di stupefacenti nel 2012. Loredana Agata Avitabile, moglie di Giovanni Arena e madre di Massimiliano, è detenuta a Lecce. Gli altri loro figli – Maurizio, Agatino Assunto, Antonino e Alessio – sono stati catturati tra il 1999 e il 2012.
La famiglia Arena si contende con i Nizza la piazza di spaccio di Librino. I primi alleati del gruppo Sciuto-Tigna, affiliato al clan Cappello e rivale dei Santapaola. Di cui invece fanno parte i Nizza.