«Qua si tratta di morire». Parola di comandante. Ma che la Liberty Lines «non disponeva di una adeguata flotta marittima per garantire l’efficienza e adempiere agli obblighi delle convenzioni con il ministero dei Trasporti e la Regione Siciliana» sembravano saperlo tutti. Tra continue avarie, mezzi lesionati ed emergenze. Lo sapevano i manager e i comandanti […]
Liberty lines e gli aliscafi «chiavica» per le Egadi: «Poveri passeggeri», «qua si tratta di morire»
«Qua si tratta di morire». Parola di comandante. Ma che la Liberty Lines «non disponeva di una adeguata flotta marittima per garantire l’efficienza e adempiere agli obblighi delle convenzioni con il ministero dei Trasporti e la Regione Siciliana» sembravano saperlo tutti. Tra continue avarie, mezzi lesionati ed emergenze. Lo sapevano i manager e i comandanti degli aliscafi. E pure un paio di ufficiali della Capitaneria di Porto, disposti a collaborare in cambio di biglietti e posti di lavoro. È l’ipotesi esposta nelle oltre tremila pagine che motivano il sequestro preventivo d’urgenza a carico di 46 persone e 2 società (Liberty Lines spa e Società navigazione siciliana scpa). Tutti indagati dalla procura di Trapani nell’inchiesta sul servizio di trasporto passeggeri in continuità territoriale verso le isole minori della Sicilia orientale. Nello specifico, gli aliscafi Liberty lines delle linee Trapani-Egadi e Marsala-Egadi-Trapani, passando quindi da Favignana, Levanzo e Marettimo.
Lo stato degli aliscafi «chiavica» che trasportano cittadini e turisti
Ad affidare a Liberty lines il servizio di aliscafi per le Egadi, finanziando le corse, è la Regione Siciliana. Con in mezzo un nuovo bando andato deserto a fine 2021. Per cui la società, cosciente dei propri scarsi mezzi, avrebbe provato a far «arrivare all’orecchio» dei decisori regionali alcune modifiche da apportare. Come, ad esempio, aumentare l’età permessa degli aliscafi da usare a 20 anni. E non a 15, come era stato inserito per volontà dei sindacati. Un discreto problema immediato per la società, che avrebbe perso almeno 5 imbarcazioni. Senza considerare lo stato della restante flotta. Mezzi «tutti lesionati», «tenuti una chiavica», che «non ce la fanno più» e «navigano nell’emergenza». Sono solo alcune delle definizioni date dagli indagati, non sapendo di essere intercettati. «Povera gente, che cammina su ‘sti aliscafi – riassume Alessandro Fiorino, presidente del cda di Liberty lines – I passeggeri non sanno a cosa vanno incontro».
Le continue avarie dei mezzi «marci»

I manager, invece, secondo le intercettazioni, sembrano saperlo bene. È Anna Alba, persona designata a terra a occuparsi di sicurezza, a parlare di «continue avarie». Con «figure di merda che facciamo con la gente, con tutti, con la Regione», secondo Marco dalla Vecchia, dirigente operativo flotta per la Sicilia orientale. Avarie che, spesso, si cerca di non segnalare per evitare di dover sostituire un mezzo, come da contratto. A meno di non essere costretti da cause esterne: come nel caso del «fumo bianco e forte» salito dalla sala macchine di un aliscafo. Che i passeggeri potrebbero aver fotografato. Diverso il caso di guasti considerati gestibili, come il timone di un altro aliscafo, da muovere lentamente, altrimenti «si blocca». Guasti a cui si cerca di mettere delle pezze. Poco efficaci. Perché «saldano sul marcio, chiodano sul marcio, riparano sul marcio», spiega inconsapevole Ferdinando Morace, direttore tecnico e operativo per la Sicilia orientale.
I rapporti con la Capitaneria di porto tra biglietti gratis e lavoro
«Entra così, senza dire niente alla Capitaneria…», è solo una delle mancate segnalazioni di avaria. Ma a intrattenere «rapporti privilegiati» con la Capitaneria di porto di Trapani sarebbe stata Anna Alba. In particolare con il capitano di vascello Paolo Marzio e il luogotenente Elio Maniglia. Rapporti che avrebbero portato non solo a chiudere qualche occhio, ma anche a condividere notizie riservate su denunce e indagini. Fino a collaborare alla scrittura di un esposto alla stessa Capitaneria di Trapani, contro un concorrente per servizi di terra. Documento in cui gli inquirenti vedono, tra le altre, la mano di Maniglia, in cambio di un posto di lavoro per la moglie. Diverse, invece, le utilità di cui avrebbe goduto il capitano Marzio: soprattutto biglietti per le isole Egadi. Numerosi e continui, per familiari, colleghi e amici. Suoi e del figlio. Compresa una visita istituzionale del prefetto di Palermo.