Dopo Roberto Colletti tocca a Saverio Romano. Il parlamentare si è recato in tribunale per essere sottoposto all’interrogatorio preventivo nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che lo vede indagato insieme ad altre 17 persone. Tra loro c’è anche l’ex governatore della Regione Siciliana Totò Cuffaro, già condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Romano, […]
Foto di pagina Facebook Saverio Romano
Inchiesta Cuffaro, Romano in tribunale. «Trattato malissimo. Contro di me sentenza definitiva»
Dopo Roberto Colletti tocca a Saverio Romano. Il parlamentare si è recato in tribunale per essere sottoposto all’interrogatorio preventivo nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che lo vede indagato insieme ad altre 17 persone. Tra loro c’è anche l’ex governatore della Regione Siciliana Totò Cuffaro, già condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Romano, che è stato ministro all’Agricoltura, dirigente di Forza Italia ed è coordinatore della formazione politica Noi Moderati, si è intrattenuto con i cronisti all’esterno del palazzo di giustizia di Palermo.
Il commento di Romano e l’affondo contro i giornalisti
«Sono stato trattato malissimo, ma ci sta – spiega Romano all’arrivo davanti al palazzo – Non vi chiedo rispetto per me, vi chiedo il rispetto per la giudice che dovrà prendere delle decisioni importanti. Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti?». I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Il nome di Romano compare nell’ambito della gara d’appalto da 20 milioni di euro per il servizio di ausiliariato all’Asp di Siracusa. Procedura che, secondo i magistrati della procura, sarebbe stata turbata per favorire l’azienda Dussmann Service srl. Figura chiave sarebbe stato l’indagato Alessandro Caltagirone, grazie al suo ruolo di direttore generale dell’Asp di Siracusa.

«Questa legge consente il disvelamento di alcuni fatti ma io ancora stento a capire l’episodio che mi viene contestato: lo chiariremo con la giudice», ha aggiunto Romano ricordando poi di essere stato «una delle personalità politiche che si sono maggiormente esposte» per la riforma della giustizia. Romano ha poi concluso: «In questi giorni nei miei confronti è avvenuta una sentenza di condanna irrevocabile per cose che non si conoscono». Parole, quelle rivolte da Romano agli organi d’informazioni, che rimandano a un video pubblicato dallo stesso politico sulla propria pagina Facebook, poco dopo la notizia dell’inchiesta. Nello sfogo l’ex ministro aveva bollato alcuni giornalisti, senza fare nomi, «come pennivendoli». «Hanno voluto fare diventare teatro mediatico – spiegava – ciò che riguarda intimamente le persone, le proprie famiglie, i propri affetti».