In basso i calici, non è il caso di ubriacarsi (E per favore, non parlateci di play off)

Alle ore 16 di sabato pomeriggio, minuto più minuto meno, il Catania era praticamente in serie C. Lo dicevano i numeri, dato che alla fine del primo tempo stavamo perdendo in casa contro il Trapani, annullando in tal modo ogni benefico effetto della prima vittoria esterna di stagione, ottenuta giovedì scorso a Varese. E lo diceva anche il gioco, dato che gli avversari, disposti in campo in modo perfetto, sembravano in grado di arrivare tranquilli a fine partita passandosi semplicemente tra loro la palla. Tanto più che noi – pur schierando i due migliori marcatori della B eccetera eccetera – non riuscivamo a costruire un’azione ragionata che fosse una. E ci schieravamo con l’inedita geometria del centrocampo a voragine, costruita intorno a un enorme buco in mezzo al terreno di gioco, con i difensori che cercavano invano di raggiungere le punte con lanci di quaranta o cinquanta metri.

Dalle diciassette in poi, invece, la classifica dice che il Catania, se il campionato finisse oggi, sarebbe salvo senza nemmeno dover fare i play out. E ci consente di relegare nel nulla le nostre paure dell’intervallo. Al punto che – dopo una rimonta che ci ha permesso di vincere per quattro a uno, dopo la terza vittoria consecutiva – ho sentito con le mie orecchie allo stadio gente che ragionava con tutta serietà sull’ipotesi che il Catania possa ancora acchiappare i play off. E vi giuro, li ho guardati bene, nessuno di loro era né PulvirentiCosentino.

Sinceramente penso che questo ottimismo forzato, questo vorrei-ma-non-posso che ci accompagna da inizio stagione, porti un tantino sfiga. Sicché, anziché inebriarmi ora con i numeri di questa vittoria, ricorderei che, dopo il gol del pareggio segnato da Schiavi (su azione partita da punizione), abbiamo beneficiato di un bonus di circostanze favorevoli difficilmente ripetibile: prima un’autorete di Terlizzi, e poco dopo l’espulsione del trapanese Ciaramitaro. E abbiamo sfruttato la possibilità di giocare con un uomo in più segnando altri due gol, prima con Castro e poi di nuovo con Schiavi.

La notizia migliore, secondo me, è che il Catania ha avuto fiato nei polmoni per correre nel secondo tempo più degli avversari. Cosa che in questo campionato era capitata molto raramente, e neppure una volta finché c’è stato Ventrone. È una buona notizia anche il fatto che, appena il Trapani si è trovato in dieci, immediatamente il Catania l’ha colpito. Che il Catania, insomma, abbia mostrato cattiveria. Cosa, anche questa, che prima d’ora non era successa spesso. Al punto che c’è perfino capitato (ricordate Pescara?) di giocare con un uomo in più e di riuscire lo stesso a perdere la partita.

La notizia cattiva è, invece, che tutto questo gran gioco da parte del Catania, almeno secondo me, non s’è visto. Beninteso, al punto in cui siamo il bel gioco è proprio l’ultimo dei nostri pensieri. Ma spero che nelle prossime partite Marcolin non debba di nuovo trovarsi per un tempo in balìa degli avversari, come è appunto successo fino alle ore 16 di sabato pomeriggio.

L’altra notizia buona è che Serse Cosmi, il bravo allenatore del Trapani, deve volerci molto bene. L’ultima volta che c’è venuto a trovare per un derby, quattro anni fa, ne prese quattro, tutti nel secondo tempo, più o meno come oggi. Anche se la soddisfazione di allora fu indubbiamente più grande, dato che Cosmi allora venne a farci visita per sedersi sulla panchina del Palermo.

L’altra notizia cattiva è, invece, che in classifica ci troviamo sì davanti a sette squadre, ma pur sempre a due punti dalla retrocessione diretta. Per cui sarebbe bene che nessuno adesso se ne venisse fuori con il solito trionfalismo portasfiga. Sia perché il gioco espresso a lungo dalla squadra di Marcolin non autorizza speranze che vadano oltre una sofferta salvezza. Sia perché, purtroppo per noi, nessuno dei nostri prossimi avversari sarà allenato da Serse Cosmi.


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