Un altro incontro per la ridefinizione della nuova rete ospedaliera siciliana si è tenuto ieri in commissione Sanità all’Ars. L’assessora regionale alla Salute Daniela Faraoni e Salvatore Iacolino, dirigente generale del dipartimento per la pianificazione strategica, hanno presentato una nuova bozza che, in realtà, contiene poche modifiche rispetto a quella discussa a fine luglio. «Il […]
Dirittura d’arrivo per la nuova rete ospedaliera siciliana: poche modifiche rispetto alla precedente bozza
Un altro incontro per la ridefinizione della nuova rete ospedaliera siciliana si è tenuto ieri in commissione Sanità all’Ars. L’assessora regionale alla Salute Daniela Faraoni e Salvatore Iacolino, dirigente generale del dipartimento per la pianificazione strategica, hanno presentato una nuova bozza che, in realtà, contiene poche modifiche rispetto a quella discussa a fine luglio. «Il piano è pronto – ha riferito l’assessora – Adesso inizia il percorso formale. Si va spediti. Quella presentata è una rete che ha una propria dinamica organizzativa e non è disgiunta dal resto delle altre azioni. Ossia – ha specificato Faraoni – garantire i presidi di prossimità, che certa parte della politica vede come elemento di distrazione di risorse che non producono bene. Noi invece riteniamo che, insieme alle case di comunità e agli ospedali di comunità, siano importanti. È una visione articolata – ha aggiunto – dove gli ospedali di primo e secondo livello devono essere riservati alle attività più complesse. Relativamente ai posti letto, ci confronteremo con i ministri competenti, visto che vige il piano di rientro economico regionale».
Rispetto alla bozza della rete ospedaliera datata 27 luglio, quella odierna lascia per lo più invariate le modifiche apposte a Caltanissetta, Enna, Siracusa, Ragusa e Agrigento. A Trapani le variazioni sono minime, infatti, l’ospedale di Mazzara del Vallo perde altri due posti letto, perché da 141 posti letto sarebbe dovuto passare a 133, ma nella nuova bozza ne sono previsti 131. Li recupera, però, l’ospedale di Castelvetrano che invece di passare da 122 a posti letto a 113, ne avrà 115. Le correzioni maggiori sono state operate all’interno delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). In particolare, l’ospedale Civico di Palermo recupera dieci posti rispetto alla precedente versione della bozza (da 639 a 649), ma ne perde un altro al Di Cristina che invece di passare da 190 posti letto a 173, ne avrà 172. A Catania è l’Asp che recupera tre posti, quindi invece di perderne 22 (da 810 a 788) ne avrà in meno 19 (da 810 a 791). L’ospedale di Acireale recupera un posto e Giarre ne perde tre. Il presidio di Paternò nella bozza di luglio avrebbe dovuto avere 23 posti in più, ma in quest’ultima segna invece un +21, quindi una previsione di due posti in meno.
Ma è Messina che registra le maggiori variazioni. A parte l’Asp che perde ulteriori tre posti – che sarebbe dovuta passare da 793 a 752 posti, ma saranno 749 – sono le strutture del Neurolesi Piemonte che presentano modifiche importanti, infatti scompaiono totalmente i posti del Centro Neurolesi, che nella precedente versione sarebbe dovuto passare da 115 a 85 (quindi -57). Adesso, ulteriori 44 posti sono assegnati al presidio sanitario di Casazza che non prevede più l’apertura con 64 posti, ma saranno 108. Anche l’ospedale Piemonte recupera molti posti, infatti da una previsione di 136 posti letto si è passati a 167 (+43 totali, invece di 12). In generale, in centro Neurolesi Piemonte perde però dieci posti perché si passa da 239 a 275 e non 285 come previsto nella bozza di luglio. Infine, un ulteriore posto viene perso a Mistretta che passerà da 95 posti letto a 84 invece di 85 e altri due posti verranno tagliati all’ospedale di Lipari (da 34 a 28, invece di 30). Adesso, questa bozza definitiva della nuova della rete ospedaliera dovrà essere approvata dal governo regionale, prima di tornare nuovamente in sesta commissione per il parere finale e poi tornare in giunta per l’approvazione conclusiva. Il tutto dovrà essere fatto entro fine mese, quindi i tempi sono strettissimi, ma non ci dovrebbero essere ulteriori intoppi dato che le richieste più pressanti – come quelle di mantenere tutti i presidi ospedalieri, anche i minori – sono stati soddisfatte.