Nelle scorse ore la procura della Repubblica di Palermo ha notificato al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, e ad altri indagati, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. L’accusa nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia è duplice: corruzione impropria, per avere favorito l’erogazione di […]
Indagine su Galvagno, procura chiude l’inchiesta e si va verso la richiesta di rinvio a giudizio
Nelle scorse ore la procura della Repubblica di Palermo ha notificato al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, e ad altri indagati, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. L’accusa nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia è duplice: corruzione impropria, per avere favorito l’erogazione di contributi pubblici a soggetti a lui vicini in cambio di utilità, e peculato, per un uso improprio dei mezzi istituzionali come l’auto blu.
Tra gli altri indagati risultano figure chiave come Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, l’imprenditrice Marcella Cannariato, e altri membri dello staff e collaboratori legati a eventi finanziati dall’Ars o fondazioni collegate. Soltanto ieri, nel corso della cerimonia del Ventaglio a Palazzo dei Normanni, Galvagno aveva dichiarato di non aver ricevuto né una conclusione ufficiale delle indagini, né una richiesta formale di rinvio a giudizio, prenotandosi per un confronto con i probiviri del partito Fratelli d’Italia.
Galvagno ha inoltre annunciato di avere rinunciato volontariamente all’utilizzo dell’auto blu, non per sanare la sua posizione ma per chiedere maggiore chiarezza sugli usi consentiti. Sul piano politico ha ribadito la propria volontà di restare al proprio posto fino a un eventuale pronunciamento giudiziario, escludendo dimissioni premature. Ora, dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione indagini, a Galvagno e agli altri coinvolti – Sabrina De Capitani, Marcella Cannariato, Marianna Amato, Alessandro Alessi, Nuccio La Ferlita e Giuseppe Cinquemani – è concessa la facoltà di presentare memorie difensive o richiedere interrogatori prima che la procura valuti la formalizzazione della richiesta di rinvio a giudizio. Il 7 luglio scorso a ricevere l’avviso di conclusione indagini è stata anche l’assessora allo Sport e Turismo Elvira Amata, anche lei indagata per corruzione dalla procura del capoluogo siciliano.
Con la diffusione della notizia Galvagno ha replicato con una nota inviata alla stampa: «Dopo le dichiarazioni che ho reso agli inquirenti e da una prima lettura dell’atto, che comunque avrò modo di approfondire con miei legali quando entreremo in possesso dell’intero fascicolo, registro con soddisfazione che sono state escluse tutte le presunte indebite utilità che avrei percepito a titolo personale. Confido con l’integrale accesso agli atti di poter dissipare i dubbi e le perplessità di sorta sulla correttezza istituzionale del mio operato tra ciò che rimane come ipotesi di reato. In ogni caso mi riservo anche sulla contestazione del peculato di fornire tutti i chiarimenti necessari all’effettivo utilizzo previsto dal regolamento».