Stamattina sono stati ricevuti i sindacati confederali, insieme a un rappresentante dell'amministrazione comunale. Pomeriggio sarà la volta delle sigle di base. Tutti invocano lo stop al bando per le lavoratrici ausiliarie che riduce la spesa e mette a rischio posti di lavoro. «Questa vertenza ha la stessa dignità di quelle che riguardano altre imprese private in crisi», afferma Matteo Iannitti, di Catania Bene Comune
Asili nido, la vertenza si trasferisce in Prefettura Si allarga il fronte che chiede la revoca del bando
La vertenza asili nido si sposta in Prefettura. Per la prima volta i sindacati che chiedono la revoca del bando per l’affidamento dei servizi ausiliari vengono ricevuti oggi a palazzo Minoriti. Anche se in due tavoli distinti: la mattina Cgil, Cisl e Uil, di pomeriggio le associazioni di base Confsal, Dicap e Consab. Cosa che ha fatto infuriare alcune rappresentanti di queste ultime sigle – presenti stamattina in via Etnea, insieme al movimento politico Catania Bene Comune, per incontrare i giornalisti – che torneranno anche nel pomeriggio. «Rappresentiamo due terzi delle lavoratrici, eppure siamo escluse dai tavoli di contrattazione», denuncia Giusy Mavilla.
Già di per sé un tavolo attorno a cui confrontarsi è una novità. Stamani, dal prefetto, in rappresentanza dell’amministrazione comunale non si è visto l’assessore competente Angelo Villari. A fare le sue veci c’era il dirigente Corrado Persico. L’incontro era stato chiesto dai sindacati per discutere della situazione che vede a rischio 60 lavoratrici, a causa del ridimensionamento dell’offerta comunale per i bambini da 0 a 3 anni, che prevede 11 asili e 360 posti disponibili.
Il nuovo bando inoltre certifica una riduzione della spesa per il servizio ausiliario del 59 per cento: si passa da 191mila 612 euro mensili a 78mila 816 euro mensili. «Significa che se prima dell’estate lavoravano 99 persone, adesso saranno 39», attacca Matteo Iannitti, di Catania Bene Comune. Secondo cui si tratta di una vicenda per nulla diversa da quella di altre imprese private in crisi. «Quando si è parlato di licenziamento in Micron o altri privati, sia il Comune che la Prefettura sono intervenuti – spiega – questa vertenza ha la stessa dignità».
Intanto il bando che inizialmente aveva scadenza il 7 gennaio è stato prorogato di due settimane, fino al 21 dello stesso mese. «Il fronte che ne chiede la revoca si è allargato – continua Iannitti – se prima eravamo gli unici a denunciare questa situazione, adesso si sono aggiunti i sindacati confederali, tutte le cooperative e anche alcuni gruppi consiliari di maggioranza. I ruoli si sono invertiti: è l’amministrazione a essere rimasta sola sulle sue posizioni».
L’assessore Villari, che ha definito «terroristi» Catania Bene Comune e il sindacato Cobas, nei giorni scorsi ha garantito che, grazie ai fondi Pac con cui si finanzieranno gli asili di caseggiato, «si amplierà l’offerta e il personale potrà essere assorbito». Promessa che non convince le ausiliarie. «In queste strutture mancherà il servizio mensa che è fondamentale per bambini così piccoli – afferma Mavilla – i genitori non li manderanno, noi continuiamo a sperare in un’apertura dell’amministrazione e in una revoca del bando».