Catania, rubano e clonano carte per l’acquisto di carburante: tre arrestati e altri 16 indagati

Avrebbero clonato carte per l’acquisto di carburante. Sedici persone sono indagate dalla procura della Repubblica di Catania e altre tre sono state arrestate dai carabinieri: le accuse sono – a vario titolo – associazione, furto aggravato, indebito utilizzo e clonazione di carte per l’acquisto di carburante, nonché di ricettazione delle medesime carte e del carburante che avrebbero prelevato con queste carte, a danno di due società nazionali di distribuzione di servizi telefonici e elettrici. Le indagini, svolte da novembre 2021 a ottobre 2022 dai carabinieri del quartiere catanese Librino, hanno ricostruito le presunte attività illecite di quella che sarebbe stata un’associazione criminale – attiva in Sicilia, Calabria e Campania – dedita ai furti e alla clonazione di carte di pagamento prevalentemente nella provincia di Catania.

Le indagini dei militari – supportate da intercettazioni ambientali, video, telefoniche e di tracciamento – avrebbero documentato come il gruppo, «con particolare modus operandi e dispiegando specifiche cautele al fine di eludere le indagini – dice una nota dei carabinieri – si adoperasse dapprima per
compiere i furti e successivamente per la clonazione delle fuel card (carte per la benzina, ndr), attraverso l’utilizzo di apposite apparecchiature, le cosiddette skimmer». Tutto questo «per poterle poi utilizzare allo scopo di prelevare ingenti quantità di gasolio per autotrazione – continua la nota dei militari – per un totale quantificato in 30mila litri circa, dalle colonnine di svariate note società nazionali di distribuzione di carburanti, gasolio». Il carburante sarebbe stato «successivamente immesso nel mercato nero e infine ricettato, a un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello ufficiale di acquisto dalla colonnina di erogazione, anche da soggetti estranei al gruppo». Per queste accuse 16 persone sono indagate, mentre altre tre sono state arrestate: una è stata portata in carcere – Giuseppe Piacente (1971) – le altre due ai domiciliari: Filippo Antonino Carcione (1986) e Antonino Buda (1967).


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