Mentre un sito locale lancia la notizia del possibile coinvolgimento di più persone nell'assassinio del bimbo, l'avvocato della famiglia precisa che la macchina di Veronica Panarello è stata ripresa a più di un chilometro dal luogo del ritrovamento. E parla di un vero e proprio sciacalaggio mediatico. Intanto le Forze dell'Ordine sono di nuovo a casa della famiglia
L’omicidio del piccolo Loris Stival Il legale della mamma: «Falsa la notizia dell’auto»
Nell’omicidio del piccolo Andrea Loris Stival, il bimbo di otto anni ucciso il 29 novembre a Santa Croce Camerina, nel ragusano, sarebbero coinvolte più persone. Lo sostiene il giornale locale corrierediragusa.it, secondo cui «ad ammazzare il piccolo Loris sarebbero state almeno due persone, di cui una avrebbe materialmente commesso il delitto, mentre l’altra avrebbe tentato di far sparire il corpo e le tracce». Nessuna conferma ufficiale, da parte degli inquirenti, ma neanche una smentita.
E, nella ricerca spasmodica di notizie, che porta i cronisti ad assediare casa Stival – nonostante gli appelli dei familiari, dei loro legali, del Sindaco del paese e pure del parroco, don Flavio Maganuco- oggi le agenzie di stampa si concentrano su alcune frasi che una prozia di Loris aveva scritto sul suo profilo Facebook (poi rimosse). La signora, dopo la frase «bastardi costituitevi!», aveva scritto «InFausto pensiero». Come un gioco di parole. Come a volere suggerire un nome. Ma, lo sottolineiamo, sono tutte supposizioni.
Quello che è certo è che a 9 giorni dal ritrovamento del corpo senza vita del piccolo Loris, non si trova ancora lo zainetto del bimbo. Per il secondo giorno consecutivo, poi, gli elicotteri si sono alzati in volo perlustrando le campagne attorno al paese e nel tragitto fino al castello di Donnafugata, dove la mamma, Veronica Panarello, è andata quella mattina.
Intanto, gli inquirenti stanno passando al setaccio i suoi tabulati telefonici. La donna, alla quale il marito ha manifestato una fiducia incondizionata («E’ una mamma speciale»), desta qualche sospetto. Alcune sue dichiarazioni non avrebbero trovato conferme.
Sempre oggi, il suo legale, Francesco Villardita, convinto che la giovane mamma sia al centro di un violento processo mediatico e vittima di una atmosfera da caccia alle streghe, ha smentito la tesi secondo cui la sua macchina sarebbe stata ripresa vicino al luogo del ritrovamento del cadavere:
«Dire che la macchina della signora passa a 50 metri dal Vecchio Mulino, cioè il luogo del ritrovamento del corpo del piccolo Loris, è una fuga di notizie che non rispecchia la realtà», afferma l’avvocato, secondo il quale «in verità l’autovettura passa a 50 metri dalla traversa dalla quale, per arrivare al punto dove è stato ritrovato il corpo del bambino, c’è quasi un chilometro. Quindi la fuga di notizie non rappresenta la realtà e fa più male ancora a chi è costretta a viverla, cioè la famiglia e la signora Veronica in prima persona».
Non solo: «E’ sciacallaggio mediatico tutto quello che sta uscendo in questi giorni. La pressione mediatica non aiuta assolutamente la risoluzione del caso». Il legale ribadisce che la famiglia e’ parte offesa e conclude: «Non so dire se gli inquirenti sono vicini alla risoluzione del caso, se hanno delle tracce o se hanno concentrato, cosi’ come sembra mediaticamente, l’attenzione solo su una persona che penso e mi auguro in questa vicenda dovrà rimanere persona offesa».
C’è da aggiungere che il papà di Loris, un uomo distrutto dal dolore, aveva chiesto tramite il legale, ai giornalisti di non pubblicare più la foto di suo figlio. Solo pochi giornali stanno rispettando questa comprensibile volontà.
Gli indagati, comunque, al momento, restano due: Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato il corpo e che però avrebbe un alibi di ferro, e un’altra persona di cui la Procura non ha voluto rendere nota l’identità.
AGGIORNAMENTO DELLE 17.15
Secondo quanto riporta Rainews24, le Forze dell’Ordine sono di nuovo a casa della famiglia Stival. Notizia confermata dalle immagini che mostrano Veronica Panarello, accompagnata dal marito, salire su una macchina della Questura, dove sarà interrogata per la quarta volta.