Rinvio a giudizio. La procura di Termini Imerese, in provincia di Palermo, ha chiesto che vadano a processo i tre indagati maggiorenni per la strage di Altavilla Milicia (nel Palermitano) cioè Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Lo riporta il Giornale di Sicilia. Nel corso dei fatti – tra l’8 e il 10 febbraio […]
Strage di Altavilla Milicia: chiesto il processo per Barreca, Fina e Carandente
Rinvio a giudizio. La procura di Termini Imerese, in provincia di Palermo, ha chiesto che vadano a processo i tre indagati maggiorenni per la strage di Altavilla Milicia (nel Palermitano) cioè Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Lo riporta il Giornale di Sicilia. Nel corso dei fatti – tra l’8 e il 10 febbraio scorsi – furono uccisi Antonella Salamone – moglie di Barreca – e due figli della coppia, Kevin (16 anni) ed Emmanuel (5 anni). La terza figlia, che all’epoca dei fatti era minorenne, è indagata anche lei e dovrà rispondere al tribunale per i minorenni. Per Barreca, Fina e Carandente l’udienza preliminare si terrà il 27 gennaio.
Secondo l’accusa, avrebbero svolto un rito che aveva l’obiettivo di liberare la villetta dei Barreca dal demonio. Particolare è la posizione di Barreca, che attualmente non si trova in carcere, ma in una Rems (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) di Caltagirone, in provincia di Catania: da un altro giudice di Termini Imerese, infatti, l’uomo è ritenuto non imputabile; ipotesi, questa, non condivisa dal tribunale del Riesame di Palermo, che in sede di Appello ha accolto il ricorso dell’ufficio inquirente, guidato dal procuratore Ambrogio Cartosio. Ora si attende la pronuncia della corte di Cassazione, a cui ha presentato un’ulteriore impugnazione l’avvocato Giancarlo Barracato, legale di Barreca.
Da quello che è emerso dalle indagini, le tre vittime furono uccise dopo pesantissime torture: dopo la morte, Antonella Salamone venne bruciata, sembrerebbe con la complicità della figlia maggiore, che ha ammesso di aver partecipato al rito purificatorio. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale per i minorenni ha disposto una perizia psichiatrica anche su di lei, affidando l’esame a un neuropsichiatra infantile che insegna all’Università La Sapienza di Roma.