Sellerio editore – la casa editrice che ha pubblicato i libri più di successo dello scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo siciliano Andrea Camilleri – ha reso pubblica una lettera finora inedita che Camilleri scrisse alla madre il 15 agosto 1953. La lettera è tratta dal libro Vi scriverò ancora, che uscirà il 26 novembre. Di […]
Foto di Mario De Renzis (Ansa/Def)
Una lettera finora inedita dello scrittore Andrea Camilleri alla madre
Sellerio editore – la casa editrice che ha pubblicato i libri più di successo dello scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo siciliano Andrea Camilleri – ha reso pubblica una lettera finora inedita che Camilleri scrisse alla madre il 15 agosto 1953. La lettera è tratta dal libro Vi scriverò ancora, che uscirà il 26 novembre. Di seguito il testo integrale.
Roma, 15 agosto 1953. Mamma carissima, due parole in fretta. Ho ricevuto proprio questa mattina la tua lettera. Capisco benissimo la tua gioia, ma non vorrei che ti facessi soverchie illusioni, non c’è lavoro, da nessuna parte. E poi ancora non è giunto il momento che mi vengono a cercare e mi offrono del lavoro, questo avverrà fra due o tre anni se la fortuna mi assisterà. Fino ad ora sono io che dovrò andare intorno a cercare lavoro. Sono stato domenica scorsa tutto il giorno con Orazio, anzi siamo andati assieme in macchina sino ad Anzio ed abbiamo fatto ritorno a Roma a sera tarda in macchina. Io non posso chiedergli una lira come speravo perché è assolutamente al verde ha dovuto persino licenziare la domestica. Così l’unica possibilità che ho di tirare avanti sono le 2.000 lire tue che tu di tanto in tanto mi mandi. Ora mi è necessario restare a Roma al massimo altri 15 giorni e ti spiego perché. Non sappiamo se riusciamo a fare la compagnia per l’anno prossimo, perché non sappiamo quanto ci darà il ministero come sovvenzione e lo sapremo solo al momento che questo benedetto governo si formerà, anzi dopo un po’ di giorni che si sarà formato. Ora io voglio essere presente al momento della firma dei contratti, sai com’è, Zennaro e Calendoli sono veramente degli ottimi amici, ma gli assenti hanno sempre e comunque torto ed io invece ho il massimo interesse ad avere ragione, sempre. Cosicché, firmati questi contratti, io mi sarò assicurato non meno di due regie per l’anno prossimo. Inoltre devo ancora vedere Ennio De Concini e non è facile rintracciarlo, impelagato com’è nella lavorazione dell'”Odissea”. A questo proposito oggi ho telefonato a Costa, domani dopopranzo andrò a prendere il caffè da lui così vedremo di andarci assieme. Sono andato all’Enciclopedia e ho visto d’Amico che è stato di una gentilezza estrema nei miei riguardi, comunque prima di partire per venire giù a trovarvi come spero ardentemente, voglio parlare con Chicco Pavolini per quanto concerne il mio prossimo lavoro all’Enciclopedia, quello cioè a partire dal mese di ottobre in poi. Vorrei insomma avere una assicurazione scritta. Questa è la mia situazione attuale, aggravata dal fatto che Orazio non farà nessun spettacolo teatrale durante l’estate, perché se lo avesse fatto io avrei con certezza lavorato con lui. Comunque pazienza, è già un bene che io abbia fatto la mia regia quasi inaspettatamente e sia riuscito a farmi conoscere in un certo ambiente. Cosicché bisogna vedere di farmi avere qualcosa per tirare avanti in questi giorni, poi non appena avrò concluso qualcosa in merito alla formazione della compagnia vi telegraferò e vi scriverò perché mi possiate inviare la somma necessaria per il ritorno. Conto, se tutto va bene, di trattenermi giù da voi tutto agosto e metà di settembre a riposarmi e a prepararmi alle fatiche dell’anno prossimo. M’interessa che mi facciate sapere al più presto l’indirizzo della Società Amici della Musica di Agrigento e che mi diate anche il nominativo del Presidente e del Segretario responsabile. Non dimenticatelo perché è una cosa che mi interessa. Vi abbraccio con immenso affetto. Andrea.