Una delle aziende storiche del territorio, chiude i battenti. La struttura, che dal 1910 ha sede sul lungomare di Casteldaccia, in questi anni ha avuto molte difficoltà finanziare. Problemi sempre maggiori, che hanno portato alla serrata dei cancelli
Chiuso il pastificio Tomasello «Ha dato lavoro a centinaia di famiglie»
Difficile trovarla nei banconi dei supermarket. I palermitani si chiedono che fine ha fatto la pasta Tomasello. La triste spiegazione è presto detta. Una delle aziende storiche del territorio, pare avrebbe chiuso i battenti. Il pastificio che dal 1910 ha la sua sede sul lungomare di Casteldaccia in questi anni ha avuto molte difficoltà finanziare, sino alla serrata dei cancelli. «L’azienda ha dato lavoro a centinaia di famiglie della zona», raccontano i paesani di Santa Flavia, così come quelli di Casteldaccia. La chiusura ha lasciato sbigottiti i Comuni della parte est di Palermo. Da qualche giorno tutti i lavoratori, parte di una realtà storica, sembrerebbe siano rimasti a casa.
I problemi aziendali sono prettamente economici e le voci di paese raccontano che la famiglia stia trattando un passaggio di gestione con degli imprenditori interessati. Si vocifera che il nuovo acquirente del pastificio non avrebbe problemi a rimpinguare le casse dell’azienda, ma sul numero degli impiegati ci potrebbero essere dei tagli. Per una settantina di loro (tra operai e amministrazione) non sarebbe prevista una ricollocazione.
«Nel 1910, quando Giovanni Tomasello cominciò a produrre in modo originale la sua pasta, le casalinghe realizzavano questo alimento in casa e solo i ricchi si concedevano il lusso di comprarlo», si legge nel sito di Confindustria Palermo. «La tradizione di Giovanni, alla sua prematura scomparsa, fu continuata dalla moglie Francesca e dai quattro figli, creando, nei primi del Novecento, un piccolo pastificio artigianale a Casteldaccia». Una famiglia tenace, che dopo la fine della guerra, si affidò ai figli di Francesca, Giovanni, Pietro, Andrea e Domenico, che «realizzarono il primo mulino a grano duro per la lavorazione in proprio delle semole. Da allora continui ed incessanti ammodernamenti ed ampliamenti hanno accompagnato il cammino di questa azienda sempre attenta alle evoluzioni tecnologiche». Fino alla sua chiusura, un secolo dopo l’avvio dell’attività.