Da un anno una quarantina di dipendenti erano rimasti senza retribuzione, nonostante un giudice avesse ordinato il loro reintegro. Adesso la società che gestisce i servizi di terra all'aeroporto Fontanarossa fa un passo indietro. Un successo per gli stagionali finalmente stabilizzati. Malumori tra chi ha accettato l'accordo tra azienda e sindacati
Katane Handling, i lavoratori vincono la loro battaglia Reintegrati alle loro condizioni dopo mesi senza stipendio
Il braccio di ferro tra Katane Handling e i lavoratori che avevano fatto causa all’azienda è finito con il reintegro degli ultimi, alle condizioni da loro richieste. Una vittoria su tutta la linea dopo mesi di angoscia e difficoltà economiche. La società che gestisce i servizi di terra all’aeroporto Fontanarossa ha quindi rispettato le sentenze dei giudici del lavoro che, a partire dalla scorsa estate e in ripetute occasioni, avevano ordinato di far tornare al loro posto di lavoro gli stagionali che chiedevano di essere stabilizzati.
Sono proprio i giudici, nell’ordinanza che afferma il diritto al reintegro, a riconoscere che nel 2012 Katane Handling ha violato il limite massimo di lavoratori a tempo determinato sul totale dei dipendenti. Tetto fissato nel 15 per cento. Questa situazione spinge società e sindacati a trovare un accordo, siglato lo scorso luglio, per la stabilizzazione di circa 170 stagionali. Una soluzione sofferta e molto criticata. I termini infatti – 20 ore a settimana per cinque giorni per dieci mesi all’anno – non convincono una fetta di lavoratori. Che rimandano al mittente la proposta, imboccando la difficile strada giudiziaria.
Per un anno rimangono senza stipendio. «L’ordinanza che impone alla società di reintegrami è arrivata ad agosto, ma non è ancora stata rispettata – raccontava a MeridioNews un dipendente un mese fa – nella mia stessa situazione ci sono una quarantina di persone, padri e madri di famiglia, ormai disperati perché non sappiamo come andare avanti. L’azienda sta prendendo in giro noi e la giustizia». Le cose cambiano una settimana fa, quando, dopo un incontro con il dirigente della società, Paolo Zincone, la situazione si sblocca. I 43 lavoratori vengono reintegrati con un contratto a tempo indeterminato a 12 mesi all’anno, per 5 giorni alla settimana, per 6 ore al giorno. «Era quello che abbiamo sempre chiesto e il motivo per cui ci siamo rivolti al giudice, adesso siamo più tranquilli e vogliamo ringraziare l’avvocato Trovato che ci ha accompagnato in questo lungo percorso», commenta uno dei dipendenti.
Le condizioni del reintegro, tuttavia, hanno generato malumori tra i lavoratori che, invece, hanno accettato l’accordo siglato quest’estate tra azienda e sindacati. Che prevede, come detto, termini più sfavorevoli per i dipendenti. Dopo le proteste, anche questo sarà modificato. La società ha esteso i contratti da 10 a 12 mesi, mantenendo le 20 ore settimanali.