Brucoli diventa la Pontida di Fratelli d’Italia. Dal partito di Meloni prova di forza e un messaggio a Schifani

Due giorni, tanti ospiti e un messaggio chiaro e forte da mandare: Fratelli d’Italia non fa sconti, neanche agli alleati. Soprattutto agli alleati, in realtà. Nel resort di lusso di Brucoli, nel Siracusano, ormai diventata provincia cara ai meloniani dopo il G7 dell’agricoltura di Ortigia appena messo a referto, il partito della premier si concede una vera e propria kermesse da movimento europeo: se infatti protagonista assoluto e anchorman a Siracusa era stato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, praticamente onnipresente, nel resort sul mare di Brucoli, dal 4 al 6 ottobre, a farla da padrone sarà Manlio Messina, vicecapogruppo di FdI in Senato e sempre più in alto nelle gerarchie meloniane, che presenta un evento all’insegna quasi della moderazione, con incontri tematici, dialoghi con il territorio e le associazioni di categoria sul fronte del turismo e della cultura.

Il tutto sotto gli occhi attenti delle telecamere delle tv nazionali, che già hanno fissato incontri e interviste e che manderanno in onda. Un raduno dai toni diametralmente opposti rispetto a quelli che i telespettatori nelle stesse ore vedranno trasmessi da Pontida, dove la Lega sarà impegnata nel suo tradizionale e controverso ritrovo, diventato ormai appuntamento fisso dal 1990, nel quale sono attesi ospiti del calibro del generale Vannacci e del premier ungherese Orban. E mentre Matteo Salvini, leader leghista e ministro dei Trasporti, affronterà il suo pubblico contrattaccando per il disastro che ha causato ritardi e cancellazioni al traffico ferroviario di mezza Italia, il fronte siciliano risponderà con dibattiti sul ponte sullo Stretto – sarà presente il direttore tecnico della Stretto di Messina – sui trasporti sull’Isola e non solo, con il presidente del gruppo Ferrovie dello Stato, gli Ad di Enav e Flixbus, il direttore commerciale di Ita Airways, per cui non si escludono annunci sul fronte caro-voli, vista anche la presenza contemporanea di Alessandro Aricò e Renato Schifani.

Una strategia ben precisa, quella di Messina e di Giorgia Meloni: una sorta di svolta moderata che suona come un messaggio sì, per la Lega, ma anche come un forte avvertimento per lo stesso Schifani, visto che se FdI prova a pescare nel bacino dei moderati, a farne le spese sarà proprio Forza Italia, che ancora si fregia delle insegne di primo partito ricevute dopo le elezioni europee, seppur con l’aiuto sensibile di Raffaele Lombardo, Totò Cuffaro e Saverio Romano. Presente anche il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a cui spetta l’arduo compito di seppellire definitivamente il ricordo dell’affaire Sangiuliano e la ripresa della cavalcata – anche questa strategica – per dimostrare che la cultura può essere anche di destra, supportato anche dalla ritrovata azione di Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars, che da qualche mese ha preso attivamente in mano decisioni e destini della Fondazione Federico II.

A Schifani spetteranno i saluti istituzionali in apertura dei lavori, nella giornata in cui sarà presente almeno una Meloni, Arianna. Anche se dal partito si dicono possibilisti sulla presenza di Giorgia Meloni, fonti vicine alla segreteria patriota ritengono molto più probabile che la premier saluti tutti dall’alto con un videomessaggio, così come fatto la settimana scorsa a Palermo. Chi ci sarà sicuro è tutto il direttorio siciliano del partito, insieme ai vertici nazionali nei comparti trattati durante la convention, che festeggerà la sua seconda edizione: dalla ministra Daniela Santanché a Nello Musumeci, il cui intervento sarà atteso in una conferenza stampa in cui pare presenterà una proposta di legge costituzionale sul mare.


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