In una lettera aperta i componenti dell'Istituto comprensivo Francesco Guglielmino difendono Nerino Sciacca, aggredito all'interno della scuola catenota dal papà di un'alunna dopo un rimprovero. «È più facile insegnare che educare», scrivono esprimendo «sconcerto e sdegno» per quanto avvenuto
Aci Catena, il docente picchiato da un padre Colleghi e genitori sostengono il professore
Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dai docenti e dai genitori dellIstituto comprensivo Francesco Guglielmino di Acicatena dopo l’aggressione – avvenuta lo scorso 16 ottobre – al docente Nerino Sciacca.
È più facile insegnare che educare, perché per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere. Questa la sfida di una scuola, come la nostra, lIstituto comprensivo Francesco Guglielmino di Aci Catena, che, come le tantissime buone scuole sparse sul territorio nazionale, si confronta, da un lato, con la latitanza e la crisi delle altre agenzie educative, prima fra tutte la famiglia, dallaltro con unopinione pubblica che la relega al ruolo di assistenza dei ragazzi. Alla luce del drammatico fatto che ha visto coinvolto il collega, professore Nerino Sciacca, aggredito fisicamente allinterno della nostra scuola ed umiliato con calunnie infondate, ci siamo fermati a riflettere sul compito che spetta a noi docenti, sul concetto della nostra autorevolezza e sul rapporto che deve essere costruito con le famiglie e con il territorio in cui la scuola opera.
Compito delicato e per questo stimolante quello dellinsegnante che deve sia e-docere, cioè tirar fuori da ciascun alunno il meglio che ha, fornendo stimoli e occasioni di pari opportunità nei casi di deprivazione socio-culturale, sia superare il mero compito di trasmettitore di conoscenze, rendendosi animatore, suscitatore di energie positive nei ragazzi, protagonisti del processo di apprendimento e di maturazione personale. Il docente-animatore deve possedere quelle doti di autorevolezza che gli derivano dalla preparazione, dallaggiornamento permanente, ma anche dalla passione e dallenergia che è in grado di trasmettere ai ragazzi e che diventa la condizione del riconoscimento e dellaccettazione allinterno del gruppo classe. Solo così la scuola, istituzione e tempio della cultura, diventa strumento di emancipazione dallignoranza e dalla schiavitù che ne consegue, volano di dinamiche sociali positive, terreno fertile di incontro con le famiglie, i ragazzi, gli enti locali. Si tratta di fornire gli strumenti culturali che rendano possibile superare listintività attraverso lesercizio della ragione e di fare acquisire quelle capacità decisionali, quella padronanza di sé e quel senso di responsabilità che dovranno formare i cittadini del domani.
Sicuramente il fatto accaduto allinterno del nostro istituto ha suscitato nel corpo docente e nelle tante famiglie che credono nellistituzione scolastica sconcerto e sdegno, vista latmosfera serena, produttiva e stimolante che da sempre caratterizza la nostra scuola, costruita in anni di lavoro e di orgoglioso sacrificio da parte di tutti gli operatori scolastici. Superato liniziale smarrimento, si è rafforzata in noi lidea di unione, di sinergica corresponsabilità educativa tra scuola, famiglia e territorio, insieme alla volontà di contrastare ogni sopruso che possa minare quella legalità che noi garantiamo. Daltra parte si è trattato di un caso isolato, la cui portata per questo va ridimensionata, e, comunque, un fatto da condannare perché lesivo non solo della professionalità e moralità di un docente, ma anche di quel patto che lega noi insegnanti alle famiglie ed ai nostri alunni e che ci vede co-protagonisti di un percorso di crescita basato sulla stima, sul rispetto reciproci e sul riconoscimento dei rispettivi ruoli e competenze.
Chi si è preso la responsabilità morale di provare ad incrinare questo patto, compiendo un gesto inconsulto ed ingiustificabile, non ha difeso ma danneggiato la comunità cui si sente di appartenere e gli stessi ragazzi che allinterno della scuola devono essere tutelati e garantiti da atti di così inqualificabile violenza. La scuola di tutti si è stretta a difesa del diritto alla sicurezza di quanti, adulti e bambini, vivono gran parte della loro giornata a scuola, prendendo le distanze dalle falsità dette e successivamente ritrattate, e, soprattutto, dal gesto inqualificabile di un padre prepotente ed istintivo.
Il nostro sforzo quotidiano a favore dei ragazzi certamente proseguirà con professionalità e serenità, affiancati costantemente da quanti, famiglie e ragazzi, hanno sempre sostenuto il nostro lavoro e che, in questo momento di difficoltà, hanno avuto la sensibilità e lintelligenza di dare ragione alla verità, continuando a credere nella rettitudine morale del collega, Prof. Nerino Sciacca, e nell’indispensabile ruolo educativo della scuola.
I docenti e la componente genitori dellIstituto comprensivo Francesco Guglielmino di Acicatena