Irsap, anche la Corte d’Appello dà torto a Cicero

IL CASO E’ QUELLO DEL LICENZIAMENTO DELL’INGEGNER CALLARI, DIRIGENTE DELL’ASI DI AGRIGENTO

Anche la Corte d’Appello di Palermo dà torto ad Alfonso Cicero, l’uomo che Confindustria Sicilia ha piazzato al comando dell’Irsap (Istituto regionale attività produttive)  e sul quale il Tar dovrà esprimersi in base ad un ricorso che contesta la legittimità dei suoi titoli. Problema che, invero, aveva risolto l’Ars con una legge approvata proprio sulla governancie dell’Istituto che ha inglobato le ex Asi e per la quale in teoria, il geometra Cicero non dovrebbe essere più là. Ma, di proroga in proroga (certamente è solo un caso che l’assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri sia  vicina ai vertici dell’associazione degli industriali), è ancora sulla poltrona.

La storia della sentenza di oggi è nota.  Salvatore Callari, dipendente del Consorzio ASI di Agrigento in liquidazione con inquadramento di Dirigente, con determinazione del Commissario straordinario, che era appunto il geometra, Alfonso Cicero, era stato licenziato per un’ipotesi di illecito disciplinare; “ma l’ingegnere Callari, -assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Mario La loggia – si leggein una nota dei legali- aveva adito il giudice del lavoro di Agrigento che con sentenza resa “inter partes” aveva dichiarato illegittimo il licenziamento ed aveva condannato il consorzio a reintegrare Callari.

Ma Cicero, aveva proposto appello davanti la Corte d’appello di Palermo, chiedendo che venisse dichiarato legittimo il licenziamento del Callari.  Oggi “la corte d’appello di Palermo, Sezione Controversie di lavoro, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e La Loggia ha respinto l’appello del Consorzio in liquidazione confermando la sentenza di primo grado favorevole al Callari. In particolare la Corte d’Appello ha rilevato che il licenziamento avrebbe dovuto essere adottato dall’ufficio per i procedimenti disciplinari e non dal Commissario Straordinario; quindi, in altri termini, il geometra Cicero non poteva licenziare l’ingegnere Callari. Quest’ultimo pertanto resterà in servizio presso il Consorzio con la qualifica di dirigente ed avrà diritto all’indennità in misura pari a tutte le retribuzioni perdute”.


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