Oggi la ‘Marcia della Formazione’. I formatori di Enna si dissociano e protestano in autonomia

ALLA FINE IL FRONTE DELLA PROTESTA SI COMPATTA PUR NEL RISPETTO DELLE DIVERSE ANIME E DEI DISTINGUO TRA GRUPPI DI LAVORATORI E SINDACATI

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, è arrivato il giorno della verità.

Stamattina la ‘Marcia della Formazione’ dei lavoratori della Formazione professionale siciliana verso la riconquista del lavoro e della dignità scippati dal Governo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta.

Raduno in Piazza Marina a Palermo e poi in corteo per le vie del capoluogo regionale diretti, senza bandiere e colori sindacali, verso Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale per far sentire, ancora una volta, il grido disperato di oltre 8000 lavoratori spogliati dei diritti, del lavoro e della retribuzione.

Una manifestazione annunciata da giorni e caratterizzata da polemiche alimentate dal confronto con toni anche aspri tra i lavoratori liberi ‘Vittime della rivoluzione crocettiana’ e le organizzazioni sindacali, che dovrebbero aver trovato un accordo per partecipare uniti alla manifestazione di oggi.

Una giornata tutta da vivere, perché lo sciopero di stamattina coincide con l’arrivo delle lettere di sospensione a moltissimi lavoratori. Conseguenza della decisione degli enti formativi di sospendere le filiere degli Interventi formativi e dei Servizi formativi.

Come abbiamo anticipato alcuni giorni fa, saranno 7000 circa i lavoratori interessati dal provvedimento di sospensione dal lavoro. La decisione degli enti formativi e delle società è legata alla mancanza di atti giuridici vincolanti emessi dall’Amministrazione regionale. In mancanza di risorse certe e tempi certi per il finanziamento e l’avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011, enti e società licenziano il personale.

In questo marasma generale registriamo la presa di posizione di alcuni formatori di Enna e provincia che hanno preso le distanze delle politiche dei giorni scorsi e dalla manifestazione di oggi.

In una nota trasmessa alla redazione, gli operatori dichiarano di essere stanchi della melina politico-sindacale che ha portato il settore al collasso senza nessuna reale alternativa e confermano la partecipazione alla manifestazione di stamattina a Palermo, ma con propria identità ed in maniera dissociata.

“Una partecipazione, quella dei formatori di Enna e provincia – tengono a precisare attraverso la nota – numerosa ed in autonomia rispetto alla Marcia della Formazione che si terrà in Palermo lo stesso giorno”.

“I lavoratori – si legge sempre nella nota – denunciano la mancata azione amministrativa del Governo Crocetta che, nei fatti, sta attuando una sorta di levati tu che mi ci metto Io”.

Non è tutto. Nella nota richiamata i lavoratori, “tecnici del settore che nessuno si è sognato di interpellare, denunciano la reale ‘inapplicabilità’ del progetto di riforma presentato dal Governo regionale, progetto redatto da soggetti non competenti nel settore ed alquanto deficitari in quanto ad esperienza amministrativa”.

“Il piano di riforma del Governo Crocetta – osservano – delega la maggior parte delle attività ad i consorzi dei Comuni. Ma se ad oggi non si è formato alcun consorzio di Comuni, come si può pretendere, a breve, di rilanciare questo settore strategico che, ad oggi, ha gettato in mezzo ad una strada con pendenze economiche che raggiungono i 22 mesi, migliaia di lavoratori? In un Paese normale tutto questo non dovrebbe accadere ma siamo in Sicilia”.

I lavoratori, attraverso la citata nota trasmessa alla nostra redazione, denunciano “il mancato avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011 che pare sarebbe garanzia di poltrone e indennità corpose”.

Dall’esame della citata nota emergono una serie di denunce dei lavoratori della provincia di Enna sulle mancate rendicontazioni da parte dell’Amministrazione regionale in merito alla prima e della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, sul mancato pagamento da parte della Regione siciliana della Cassa integrazione 2011/2012. Denunciano, inoltre, la viltà e la presa in giro per gli operatori degli Sportelli Multifunzionali licenziati con raggiro dall’Amministrazione regionale che, se utilizzati, sicuramente avrebbero evitato lo scandalo ed il Flop estivo del Piano Giovani”.

“I lavoratori non possono tollerare questo ricatto – si legge nella richiamata nota – chi deve amministrare amministri e se non è in grado, in ossequio all’articolo 5 dello Statuto siciliano, abbia il coraggio e la dignità di andare via e ridare la parola al popolo sovrano. Non vorremmo che il ‘Me ne frego’ di dannunziana memoria possa diventare metafora di questi giorni”.

 

 

 


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