Aperto presso il palazzo centrale da poco meno di un mese, lo "spaccio aziendale"
Signum, il negozio dellUniversità di Catania
Cosè? Un negozio che vende oggetti con il logo dellUniversità, dove studenti, professori e dipendenti possono acquistare il cappellino, la cravatta, lagenda 2005 o il portapenne di ceramica esclusivi, con il simbolo tipico dellUniversità di Catania.
Indubbiamente un nobile intento, che riprende e reinterpreta la tradizione dei prestigiosi college anglosassoni.
Il Rettore stesso ha sottolineato limportanza di proporre, attraverso oggetti di uso quotidiano, il logo dellateneo come simbolo di unantichissima istituzione culturale. Anche il nome scelto, Signum, rispecchia lintento di porre lattenzione sulla potenza evocatrice del segno, primario strumento di trasmissione di valori culturali.
Ma nei fatti, come funziona?
Al momento il negozio è direttamente gestito dallUfficio Comunicazione del rettorato. E tale dovrebbe restare, almeno nelle intenzioni della responsabile, la signora Bergamasco, che ha risposto alle nostre domande. Non verrà, dunque, affidato in gestione esterna, né si prevede la collaborazione di studenti part-time.
Si intende, invece, nominare un responsabile interno, un dipendente diretto delluniversità, che possa occuparsene in maniera continuativa.
Insomma, luniversità preferisce curare personalmente la propria immagine.
Peccato che lo stia facendo in maniera poco efficace.
Il negozio si trova, al piano terra del palazzo centrale, in posizione alquanto appartata, scarsamente segnalata e poco visibile.
Da un breve sondaggio tra studenti e professori pare che nessuno sia a conoscenza di questa iniziativa.
Solo i rari turisti di questa stagione si sono accorti dellesistenza di questo piccolo negozio, scambiato, con disappunto della responsabile, per negozietto di souvenir catanesi.
Laccesso è consentito solo a dipendenti e studenti dellUniversità di Catania, inclusi studenti Erasmus e dellUniversità della terza età.
Però non esiste un orario di apertura ufficiale ed è necessario, dopo essere riusciti ad averne notizia e a trovarlo, rivolgersi in portineria perché chiamino qualcuno che lo apra appositamente. Ma anche questa procedura non è ufficializzata in alcun modo. Si procede per tentativi.
Tra i prodotti in vendita, a prezzi per lo più accessibili, oggetti di uso comune (magliette, zainetti, spillette, portadocumenti, agende) e oggetti artistici, essenzialmente stampe depoca e manufatti in ceramica di Caltagirone, che riprendono la tecnica decorativa in uso allepoca della fondazione dellateneo, tutti contrassegnati dal logo delluniversità catanese e presentati nella cornice di un allestimento sfarzoso.
Ci si chiede se fosse necessario esagerare nellallestimento se poi il negozio resta per lo più chiuso.
E non sarebbe forse il caso di dedicare qualche attenzione in più alla promozione di questo spazio sconosciuto ai più e difficile da vedere, ammesso che sia questo il modo migliore per promuovere limmagine dellAteneo?