Parla Anna Rosa, parla: raccontaci per filo e per segno quello che Hanno combinato i due assessori-ragazzini. Facci sognare!

IN QUESTE ORE TREMANO I ‘PALAZZI’ DELLA POLITICA SICILIANA E ROMANA. TIRATA IN BALLO IN MODO SCOMPOSTO (E SU NOTIZIE FRAGILI), LA DOTTORESSA CORSELLO POTREBBE RIVELARE TUTTI I RETROSCENA DELL’ASSISTENZA TECNICA. SE CIO’ AVERRA’ NE VEDREMO DELLE BELLE

Apprendiamo con curiosità che l’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, finalmente parla e fa parlare di sé dopo un periodo di silenzio. Quali gli argomenti? Lavoro, riforma del settore, rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, lotta alla disoccupazione? No, nulla di tutto questo. Scopo del suo pensiero è attaccare frontalmente la dirigente generale al Lavoro, la dottoressa Anna Rosa Corsello.

C’è il fondato dubbio che, dietro questa presa di posizione, ci siano ben altri motivi. Magari legati ad una possibile ‘Parentopoli’ da nascondere facendo saltare la testa della dirigente generale?

Riconstruiamo i fatti partendo dalle parole dell’assessore Bruno per lanciare un possibile scenario che porterebbe proprio ad una nuova ‘Parentopoli’.

L’assessore Bruno, come dicevamo, ha rilasciato un’intervista al vetriolo liquidando la dottoressa Corsello. Dichiarando, senza fronzoli, che il rapporto con la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale, si sarebbe rotto. Chiudendo così il cerchio inaugurato dalla collega Nelli Scilabra che ha deciso di alzare lo scontro con la già citata dottoressa Corsello.

Strana questa presa di posizione comune da parte dei due assessori che, fino ad ora, hanno dimostrati di valere poco. Non è una nostra opinione, sono i fatti a dirlo: lo stesso presidente Rosario Crocetta ha ammesso di avere discusso del nuovo avviso sui tirocini – che è ancora pubblicato e non è stato mai ritirato – trattando direttamente con la dottoressa Corsello, ignorando del tutto i pareri degli assessori Bruno e Scilabra (quest’ultima era presente alla riunione dello scorso 11 agosto, ma sarebbe stata messa a tacere).

Perché oggi, l’assessore Bruno avverte l’esigenza di attaccare la dottoressa Corsello? Prende prima? E perché? Da quali possibili rivelazioni sta cercando di difendersi?

È davvero strana questa accelerazione dei due assessori che prima di oggi si dice che si erano parlati poco.

In una intervista a tutto campo, rilasciata ad un quotidiano online, l‘assessore Bruno parla di cose fatte e risultati raggiunti in tre mesi di attività alla guida dell’assessorato al Lavoro, che ci lasciano a dir poco sorpresi e di stucco.

Non ci è dato sapere di grandi cose fatte dall’assessore Bruno, a parte la sua totale assenza dal dibattito politico siciliano. Anzi, quando si è trattato di risolvere il problema degli ex sportellisti, spesso lo abbiamo visto defilarsi (in ‘fuga’, dicevano i maligni…).

Difatti il problema occupazionale di 1800 operatori ex Spartacus non si è risolto ancora. Anzi, questi lavoratori sono stati già licenziati d’ufficio dal Governo del presidente Crocetta. Ne sa qualcosa l’assessore Bruno che è alla guida proprio del ramo dell’Amministrazione regionale che gli ex sportellisti li ha buttati in mezzo ad una strada?

Qual è stato il ruolo dell’assessore Bruno (nella foto tratta da article.wn.com) nella vicenda del bando per il reclutamento di 2060 lavoratori da destinare alla azioni della Youth Guarantee Sicilia? E ancora: quale ruolo ha avutonel tentativo di mediazione, poi fallito, col Ciapi di Priolo per partorire un avviso pubblico congegnato in maniera tale da salvaguardare circa mille e 800 lavoratori degli ex sportelli multifunzionali?

Nell’intervista l’assessore Bruno ha usato parole di grande sensibilità per i giovani, danneggiati dal flop-day. Come mai le stesse parole non le ha pronunciate quando si è trattato di difendere i diritti quesiti dei circa 1800 operatori degli ex Sportelli multifunzionali?

Ma come: un assessore regionale al Lavoro che ragiona con la logica dei “figlie e figliastri”? Come funziona la sensibilità di fronte ai diritti? Cambia a seconda di cosa? Vuole riferircelo l’assessore Bruno, rendendo edotti anche i siciliani? O pensa ancora di essere assessore del Comune di palermo, quando il Sindaco Leoluca Orlando metteva ripetutamente le ‘pezze’ ai suoi errori?

L’assessore Bruno ha accusato la dottoressa Corsello di aver agito in autonomia. Embè, dove sta la novità? Stabilita la cornice politica, e questo è stato fatto come si evince dalle parole del presidente Crocetta e dello stesso Bruno, spetta alla burocrazia indicare il percorso gestionale: in questo la legge regionale n.10 del 15 maggio del 2000 in materia di autonomia della burocrazia dalla politica è chiara. Forse l’avvocato Bruno non l’ha letta?

Stupisce e lascia sconcertati il tentativo di arrampicarsi sugli specchi dell’assessore Bruno che si impappina allorquando dichiara: “Con la dirigente Corsello avevamo certamente discusso dello stanziamento complessivo. Le cifre, insomma, erano note sia a me che all’assessore Scilabra. Ma le modalità di utilizzazione di quelle somme non sono mai state concertate, discusse. La dirigente ha agito in autonomia”.

Dove starebbe lo sconfinamento? L’invasione della dottoressa Corsello nella sfera della politica, a cui fa riferimento l’assessore Bruno, in cosa consisterebbe? Nel non avere ‘ammannito’ una spartizione coinvolgendo i due giovani assessori? Insomma, assessore Bruno, non riesce proprio a nascondere la sua natura democristiana-dorotea?

Ammettendo che l’utilizzo delle risorse era stato discusso (indirizzo politico) come si può pretendere di fornire al dirigente generale le indicazioni gestionali? Assessore Bruno perché, invece, non prova a dirci la verità?

Semmai, è più probabile che siano stati proprio gli assessori Bruno e Scilabra a sconfinare dai propri, rispettivi ambiti di competenza. Toccando duro. Perché la dottoressa Corsello – che il nostro giornale ha spesso criticato per le sue scelte di dirigente generale – non è tipo che si fa sopraffare. Anzi.

In questi casi si usa dire – detto comune tra i tanti osservatori delle dinamiche del settore della Formazione professionale -: “Chi non sa stare al proprio posto è meglio che se ne vada! La Sicilia è stanca di tecnici improvvisati che scivolano sulla buccia di banana anche nei fondamentali”.

Certo è che sconfinare nelle competenze che la legge assegna alla burocrazia è davvero inquietante e la dice lunga sull’inadeguatezza del Governo e, in particolare, di alcuni assessori. Altro che risolvere i problemi che angustiano la Sicilia ed i siciliani!

Non è tutto. Qualcuno ha spiegato all’assessore Bruno che un atto gestionale può essere ritirato solamente con un decreto dirigenziale? Eppure insiste con le accuse la dottoressa Corsello. Cosa c’è sotto?

C’è puzza di bruciato e si sente a distanza. Non facciamo che in questa rinvigorita alleanza Bruno/Scilabra ci sia invece il tentativo di nascondere certe ‘magagne’?

Si parla con insistenza in altra parte del giornale di una ‘Parentopoli’ scoppiata all’ombra di ‘contratti allegri’ che sarebbero stati distribuiti da società di assistenza tecnica (come Formez), oltre che da Italia Lavoro, a componenti e collaboratori vicini agli assessori Bruno e Scilabra. E’ vero o falso? 

Non è che i due assessori starebbero provando a convincere la dirigente generale a non scoperchiare l’arcano? Siamo davanti a meccanismi clientelari nella gestione della cosa pubblica, magari attraverso una sorta di triangolazione che vedrebbe coinvolte molte società di assistenza tecnica? Sono questi, per caso, gli ‘altarini’ che la dottoressa Corsello si appresterebbe a scoperchiare?

La dirigente generale – molto legata, così si dice, alla segretaria generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso – non è nata ieri. Come abbiamo scritto più volte sul nostro giornale, è una delle ‘donne fatali’ della Regione siciliana. Dura e tosta. Non le manda a dire. Come si direbbe in Sicilia, parra piano e ‘mpiccica ruru.

Finora si è difesa mettendo alle corde i due giovani – ma forse un po’ troppo disinvolti – assessori ‘tecnici’ messi alla guida di due branche dell’Amministrazione ‘pesanti’ come il Lavoro e la Formazione professionale.

Da quanto riferitoci, adesso pare che la dottoressa Corsello stia passando al contrattacco facendo tremare i ‘Palazzi’ della politica, non solo siciliana.

Da indiscrezioni assunte sarebbe pronta una direttiva, indirizzata agli enti di formazione, che entro pochi giorni dovrebbero trasmettere al dipartimento Formazione professionale un elenco del personale dipendente con la specifica se legati a politici.

Stessa cosa per i legali rappresentanti e componenti degli organi gestionali degli enti formativi che, da quanto appreso, dovrebbero dichiarare eventuali legami di parentele e affini entro il terzo grado con politici. La direttiva sarebbe indirizzata anche al personale del dipartimento formazione professionale. Le indicazioni dovrebbero includere anche i componenti degli staff assessoriali.

Noi alla dottoressa Corsello non abbiamo risparmiato nulla in questi mesi e di certo non ci sogniamo di diventarne difensori dell’ultima ora.

Registriamo soltanto come dilettanti allo sbaraglio stanno cercando, ‘accucchiando malafiure’, di ‘abbattere’ un alto dirigente che, pur avendo commesso errori, ha il vantaggio di conoscere bene il settore per essersi conquistata il vertice partendo dalla gavetta.

Un suggerimento sentiamo però di darlo alla dottoressa Corsello. Visto che di questa direttiva non c’è ancora certezza ci permettiamo di suggerirle di lanciare l’operazione-verità senza perdere altro tempo. Qualcuno perderà la faccia? Problema inesistente, perché in questa storia molti dei protagonisti una faccia non l’hanno mai avuta.

Insomma, introdurre nuove disposizioni che vanno nella direzione della trasparenza – quella vera – tirando fuori i ‘contratti anomali’ è una maniera efficace per fare chiarezza nel caos generato da sospetti e veleni mediatici.

Di più: perché non inserire, tra i soggetti che dovranno dichiarare eventuali appartenenze a politici o burocrati entro il terzo grado, anche i tanti contrattisti delle società di assistenza tecnica (Formez, Italia Lavoro, etc..) che, a vario titolo, collaborano con la Regione siciliana e con gli assessorati al Lavoro e alla Formazione professionale?

Sono troppe le voci che si susseguono di soggetti che da anni operano nell’assistenza tecnica. Si verificherebbe, difatti, uno strano fenomeno. E cioè: cambiano le società, cambiano gli obiettivi, ma a lavorare sarebbero sempre gli stessi soggetti. E’ possibile? E se è così non sarebbe il caso di tirare fuori i nomi?

Sono parenti & amici di assessori e deputati? Cavoli loro!

C’è una cabina di regia politica che decide come spendere i soldi pubblici, magari coinvolgendo amici & parenti? Non è che ad assegnare sempre agli stessi nominativi gli incarichi ci sia sotto una sorta di comitato d’affari?

Tutti elementi e spunti da verificare, per carità. Dalle indiscrezioni raccolte, lo ripetiamo, emergerebbe uno strano meccanismo che porterebbe i soliti nominativi a lavorare in qualsiasi stagione. Sarà così?

La logica dello scaricabarile che porterebbe Italia Lavoro a presentare ricorso al Tar per la revoca dell’affidamento di 5 milioni di euro, come abbiamo raccontato in altra parte del giornale, prendendo le distanze dai flop registratisi nelle scorse settimane sulla gestione dei tirocini formativi, non convince più. Qual è la verità?

Salutiamo come positiva, invece, la decisione della Corte dei Conti di aprire un fascicolo sull’eventuale danno erariale nella gestione caotica del Piano giovani.

Ci auguriamo che la stessa decisione possa essere assunta per la storia dei contratti nelle società di assistenza tecnica. Dove, anzi, gli elementi a disposizione della magistratura contabile sono legati a fatti già avvenuti (e a denaro pubblico già abbondantemente speso). Siamo certi che la responsabilità prima o poi uscirà fuori: e ci sarà da ridere.

Molto presto suoneranno diverse ‘campane a morto’ ed accadrà quando il cerino si spegnerà ed allora per chi lo avrà in mano il destino sarà segnato.

Gli unici che non rideranno saranno i 1800 operatori ex Spartacus a cui nessuno si è rivolto, compreso Italia Lavoro che li aveva esclusi in un primo momento dal bando per 41 esperti da reclutare per il Piano Giovani (per poi richiamarne alcuni dopo le denunce), il cui destino è appeso ad un filo sottile di speranza che qualcosa cambi.


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