Palermo, un decreto ingiuntivo da 30 milioni dalla Immobiliare Strasburgo

In Sicilia i beni immobili che vengono confiscati alla mafia rimangono, molto spesso, in un’indefinibile disponibilità dello Stato e, contemporaneamente, in una invece ‘definibilissima’ disponibilità degli amministratori giudiziari. Nel caso di immobili adibiti a scuole e uffici si assiste, ad esempio, al paradosso: nonostante i beni immobili siano stati confiscati ai mafiosi per essere messi a disposizione della collettività, Regione siciliana, Comuni e Province dell’Isola continuano a pagare esosi affitti come se non fosse successo nulla. Una beffa. Che si perpetua con i decreti ingiuntivi.

Come quello appena inviato al Comune di Palermo che, per alcuni locali adibiti a scuole, paga esosi affitti a una società che, un tempo, era di proprietà del costruttore Enzo Piazza. Si tratta dell’Immobiliare Strasburgo.

 

Che adesso chiede all’amministrazione comunale 30 milioni di euro.

Ma questa società non è stata confiscata? Com’è possibile che il Comune di Palermo, ogni anno, deve  pagare un sacco di soldi e se non li paga si vede recapitare un decreto ingiuntivo?

La reazione del Sindaco, Leoluca Orlando, non si fa attendere:

“Si continua a vanificare la legge La Torre – Rognoni, e il suo alto valore giuridico ed etico, con una gestione non più sostenibile di quel patrimonio rappresentato dai beni confiscati alla mafia per quanto riguarda sia il suo uso sociale sia la tutela dei livelli occupazionali”.  Ricordiamo che la legge dello Stato che ha introdotto la confisca dei beni ai mafiosi risale al 1982 e porta il nome del parlamentare siciliano del Pci, Pio La Torre.
Orlando, in qualità di sindaco di Palermo e di presidente dell’Anci Sicilia, ha quindi inviato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dell’Interno Angelino Alfano e al presidente dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia Umberto Postiglione, per chiedere che “venga convocata un’apposita riunione dedicata alla situazione in Sicilia e, in particolare, nella città di Palermo: regione e città in assoluto le più interessate in Italia da estese confische di patrimoni mafiosi”.
Il sindaco di Palermo ricorda che numerose sono state in passato le prese di posizione e le denunce, sue e di altri, per la criticità e la sottrazione a fini sociali dei patrimoni confiscati ai mafiosi, e che un anno fa aveva scritto una lettera anche ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, al presidente del Consiglio Enrico Letta e al ministro dell’Interno Angelino Alfano per richiamare la loro attenzione su questo problema prendendo spunto proprio dall’avvenuta confisca di trenta edifici scolastici provenienti dal patrimonio della Immobiliare Strasburgo.
“La sistematica mancata assegnazione di immobili per uso abitativo – sottolinea Orlando – impedisce di affrontare la sempre più grave emergenza abitativa. E’ una situazione inaccettabile, di cui, insieme alla insostenibilità della gestione, sono conferma la farraginosità di procedure e i tempi di assegnazione ai Comuni e il recente infondato e ‘illuminante’ decreto ingiuntivo per circa 30 milioni di canoni di locazione di immobili per uffici e scuole di spettanza (per legge e per decisioni governative) del Comune di Palermo”.


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In sicilia i beni immobili che vengono confiscati alla mafia rimangono, molto spesso, in un’indefinibile disponibilità dello stato e, contemporaneamente, in una invece ‘definibilissima’ disponibilità degli amministratori giudiziari. Nel caso di immobili adibiti a scuole e uffici si assiste, ad esempio, al paradosso: nonostante i beni immobili siano stati confiscati ai mafiosi per essere messi a disposizione della collettività, regione siciliana, comuni e province dell’isola continuano a pagare esosi affitti come se non fosse successo nulla. Una beffa. Che si perpetua con i decreti ingiuntivi.

In sicilia i beni immobili che vengono confiscati alla mafia rimangono, molto spesso, in un’indefinibile disponibilità dello stato e, contemporaneamente, in una invece ‘definibilissima’ disponibilità degli amministratori giudiziari. Nel caso di immobili adibiti a scuole e uffici si assiste, ad esempio, al paradosso: nonostante i beni immobili siano stati confiscati ai mafiosi per essere messi a disposizione della collettività, regione siciliana, comuni e province dell’isola continuano a pagare esosi affitti come se non fosse successo nulla. Una beffa. Che si perpetua con i decreti ingiuntivi.

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