La Sicilia contro lo Stato: da chi si fa difendere Crocetta? Dall’Avvocatura dello Stato!

ORMAI GLI ‘SCIVOLONI’ DELL’ATTUALE GOVERNO REGIONALE SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO. CI SAREBBE DA RIDERE SE NON CI FOSSE DI MEZZO LA SORTE DI 5 MILIONI DI SICILIANI AFFIDATA A UN PERSONAGGIO INADEGUATO CIRCONDATO DA SOGGETTI DEL SUO STESSO LIVELLO

di Carmelo Raffa 

“Cosa pensereste di un creditore che chiede un parere sul diritto ad essere pagato all’avvocato del suo debitore?”

E’ ciò che si chiede l’ex assessore regionale all’economia, Gaetano Armao, in merito alla decisione presa dal Governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, di rinunciare ai contenziosi in materia finanziaria di fronte a tutte le giurisdizioni intentati contro lo Stato.

Alla domanda, senz’altro provocatoria, Armao e noi abbiamo un’assurda ed amara risposta: la Regione chiede all’Avvocatura della controparte cioè “lo Stato” se è lecito un’operazione transattiva che prevede il riconoscimento alla Regione di poche centinaia di milioni di euro a fronte di miliardi rivendicati e per i quali si intravedevano già buone speranze di averli.

Certamente l’avvocato Gaetano Armao che, come abbiamo più volte scritto, era stato il maggiore protagonista di detti contenziosi per i quali sicuramente si era battuto come un leone all’interno della passata Giunta regionale presieduta da Raffaele Lombardo ora non può assistere e non può tollerare che magari, preso dal bisogno per far fronte ad urgenti impegni finanziari – tra i quali il pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici – il Governatore Crocetta abbia ceduto alle sirene renziane ed accettato un piatto di lenticchie offertogli per le finanze regionali rinunciando a 4,5 miliardi di euro circa (6 miliardi di euro secondo il professore massimo Costa).

E infatti, l’ex assessore Armao continua così la sua dura presa di posizione:

“E’ quello che accade al Governo regionale siciliano che, dopo l’impegno di rinunciare ai contenziosi in materia finanziaria di fronte a tutte le giurisdizioni intentati contro lo Stato, ottimamente difeso dall’Avvocatura dello Stato, assunto senza alcuna autorizzazione preventiva dal Presidente della Regione, chiede adesso parere a quest’ultima sulla legittimità della rinuncia.”

Ed ancora, Armao, prosegue la sua considerazione sull’assurda decisione solitaria assunta dal Governatore, senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana:

“Sembra la scena iniziale da teatro dell’assurdo, è invece solo un espediente per ottenere il conforto formale di fronte all’indecente accordo raggiunto in ‘solitudine’ dal presidente della Regione, con un pregiudizio per i siciliani calcolato in circa 4 miliardi”.

Ed ecco la puntualizzazione di Armao in merito alla recente diffida ed intimazione che è stata sottoscritta da diverse Associazioni e da parecchi liberi cittadini:

“Con atto di diffida ed intimazione giudizialmente notificato nei confronti del Presidente della Regione, questo studio ha contestato la nullità dell’accordo-capestro sottoscritto con il Ministro dell’Economia il 5 giugno scorso, con il quale la Regione ha assunto l’impegno a rinunciare al corposo contenzioso finanziario con lo Stato, nell’interesse delle associazioni Comitato Autodeterminazione Sicilia Stato (C.A.S.S.), Compagnia di Euno-Sicilia Stato, Siciliani in Movimento, alle quali si sono poi aggiunte: Sicilia Open Government, Comitato Autodeterminazione Sicilia Stato (C.A.S.S.), Compagnia di Euno-Sicilia Stato, Noi Siciliani Liberi, Sicilia Stupor Mundi, Nuova Cittadinanza, Sicilia Nazione, Siciliani in Movimento, M.I.S. Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, Movimento Sicilia Libera, La Sicilia ai Siciliani e ‘Voras Zancle’, Il Vessillo del Vespro, L’Altra Sicilia, nella petizione rivolta anche al Presidente dell’Ars”.

Di seguito a questa diffida Crocetta che fa? Rimette il tutto all’Avvocatura dello Stato che sicuramente in questo caso non può indossare l’abito di “superpartes” ed infatti quest’assurda decisione del Governo regionale trova la replica puntuale del condottiere Gaetano Armao:

“Di fronte alla notifica di questo atto, che peraltro ne evoca la personale responsabilità, il Presidente della Regione ha precipitosamente deciso di investire la Giunta regionale che, con delibera n. 220 del 18 luglio scorso, lo ha incaricato di richiedere parere non già all’Avvocatura regionale, che difende l’Amministrazione regionale nei contenziosi in questione, ma all’Avvocatura dello Stato che in quei giudizi difende…lo Stato”.

“Tale richiesta è evidentemente illegittima e l’Avvocatura dello Stato – della quale è fuor di dubbio il prestigio, l’indipendenza e la competenza giuridica – è stata così messa dal Governo regionale in grave imbarazzo istituzionale poiché, laddove rendesse il parere invocato, incorrerebbe in un patente conflitto d’interessi”.

E’ noto, infatti, che l’Avvocatura erariale, che difende in giudizio e svolge attività consultiva anche in favore della Regione siciliana (D.Lgs. 2-3-1948, n. 142, l.r. 23 marzo 1971, n. 7), quando si prospetta un contenzioso con lo Stato può assumere solo il patrocinio di quest’ultimo. Analoghe conclusioni, quindi, non possono che valere anche per l’attività consultiva.

Infine, Armao – che è anche docente universitario di materi giuridiche – apostrofa pesantemente le scelte politiche operate dall’attuale Presidente della Regione:

“E’ l’ennesimo atto di una paradossale vicenda nella quale il Presidente della Regione alterna disinvolta improvvisazione, incompetenza e chiaro intendimento di svendere la Sicilia per tirare a campare.”

Se prima di oggi non nutrivamo alcun dubbio in merito alla scelta infelice operata circa due anni fa da Giampiero D’Alia e dal suo partito e poi accettata, con un forte maldipancia, dal PD e da altre forze politiche, oggi constatiamo che purtroppo il Governo Crocetta sta rendendo la situazione politica regionale tragica e drammatica.

Caro D’Alia, Caro Raciti e cari politici siciliani non sognate ad occhi aperti ma guardate la realtà e quindi vi rinnoviamo l’invito di “staccare la spina” all’attuale Governo regionale che, ancora una volta, ha dimostrato di essere inadeguato.


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