L’amore finito tra Crocetta e l’Udc/ Onorevole D’Alia, chi è causa dei suoi mal pianga se stesso

DUE ANNI FA L’EX MINISTRO CANDIDAVA ALLA GUIDA DELLA SICILIA QUELLO CHE POI SAREBBE DIVENTATO PRESIDENTE DELLA REGIONE. IMPONENDO LO AL PD. OGGI LO TESSO EX MINISTRO DOVREBBE TRARRE LE CONSEGUENZE LOGICHE DAI SUOI ERRORI E CHIEDERE AI DEPUTATI DI SALA D’ERCOLE DI RACCOGLIERE LE FIRME PER MANDARE A CASA L’ATTUALE GOVERNO DELL’ISOLA

di Carmelo Raffa

L’ex Ministro e leader siciliano dell’Udc negli ultimi giorni si è accorto di un errore terribile commesso da lui e fatto proprio all’epoca dal PD di Giuseppe Lupo: e cioè quello di avere accettato e sponsorizzato la candidatura dell’attuale Governatore dell’Isola, Rosario Crocetta.

Abbiamo ricostruito gli avvenimenti e ci siamo accorti che il 21 luglio 2012, D’Alia dichiarava: “Crocetta è sceso in campo col sostegno di Raffaele Lombardo, quindi non ci interessa la sua candidatura”.

Poi arriva l’8 agosto, sempre del 2012, e D’Alia ha cambiato radicalmente opinione. l’Agenzia Asca pubblica una nota illustra il nuovo pensiero del leader dell’Udc: ”Abbiamo incontrato Rosario Crocetta che ci ha illustrato le sue opinioni sul futuro della Sicilia. Ha letto e apprezzato il programma del mio partito che ha come obiettivi principali il risanamento economico e finanziario della Regione, la realizzazione di un patto per la crescita e l’occupazione che parta dal documento stilato dalle parti sociali siciliane lo scorso 1 marzo, e la lotta a ogni forma di illegalità”.

”Rosario Crocetta – osservava ancora D’Alia – ha convenuto che si tratta di un programma fortemente innovativo che segna la discontinuità con l’esperienza del governo Lombardo”.

Come ha fatto, l’onorevole D’Alia, in meno di venti giorni a ‘scoprire’ che Crocetta, da ‘lombardiano’, era diventato ‘anti-lombardiano’ lo sa solo lui.

”La possibilità di stringere un patto civico con Crocetta nell’interesse della Sicilia ci sembra concreta – aggiungeva D’Alia – e siamo convinti che anche il PD potrà condividere questa nostra opinione”.

“Nei prossimi giorni – concludeva D’Alia – proporrò agli organi del mio partito di sostenere la sua candidatura a presidente della Regione siciliana”.

Due anni dopo – e siamo arrivati ai nostri giorni – D’Alia ha ancora una volta cambiato opinione su Crocetta.

Qualche giorno fa, dopo l’approvazione della manovrina finanziaria, il clima tra il leader dell’Udc e il presidente della Regione e Crocetta risulta essere incandescente, perché si va agli insulti personali:

Credito ma non mi riferivo a… imbecille ma non mi riferivo a…

Il 3 agosto 2014 Giampiero D’Alia, ricordandosi dell’esperienza di Raffaele Lombardo, dichiara: “Crocetta non faccia come Lombardo: ora un patto, o si vota”.

Il leader dell’Udc chiede “un tavolo di maggioranza nel quale fissare dieci punti vincolanti, partendo da tre cose: una legge per la spesa dei fondi europei, una riforma della burocrazia e nuove norme elettorali. O facciamo questo patto o andiamo subito a votare”.

Ci chiediamo e chiediamo: si tratta di punti vincolanti, oppure di poltrone? Ciò non riguarda soltanto l’Udc, perché sull’argomento il mal di pancia coinvolge anche Fausto Raciti, il suo PD e altre formazioni che a parole sostengono il Governo Crocetta.

Questo è quello che succede in questi giorni. Ma è bene ricordare ancora quello che succedeva due anni fa. L’8 agosto del 2012 – raccontano le cronache di quei giorni – Crocetta va a trovare D’Alia. I due parlano di programmi. Il leader dell’Udc diventa lo sponsor di Crocetta candidato alla presidenza della Regione siciliana. Il ‘comunista’ Crocetta si dice “onorato” dell’appoggio degli ex democristiani.

In quell’occasione, furbescamente, D’Alia, candidando Crocetta, cerca di mettere in difficoltà Giuseppe Lupo ed il PD. E ci riesce, perché il Partito Democratico siciliano sarà costretto a denti stretti ad accettare la candidatura di Crocetta.

Ma in politica, a volte, la furbizia si ritorce come un boomerang su chi ne ha fatto uso. L’aver scelto Crocetta – che diceva che si sarebbe candidato comunque perché si riteneva amato dal popolo siciliano – ha causato danni non solo ai partiti, ma all’interra comunità siciliana.

Se abbiamo tante madri e tanti padri che piangono e tante famiglia che avevano un reddito e oggi l’hanno perso, beh, lo si deve anche alla leggerezza con la quale l’Udc di D’Alia ha candidato Crocetta, imponendolo, di fatto, al PD.

Oggi, forse, D’Alia ha capito il grave errore commesso. Nelle sue ultime dichiarazioni coinvolge altre personalità sindacali (Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl) ed imprenditoriali (Antonello Montante, leader di Confindustria Sicilia. Ma ciò sicuramente non rappresenta alcuna giustificazione, perché all’epoca lo stesso D’Alia era maggiorenne e vaccinato e pertanto “chi è causa dei suoi mal, pianga se stesso…

Nota a margine

Ora, onorevole D’Alia, non pensi più alle poltrone per il suo partito, ma alla Comunità siciliana. Occorre tirare il freno a mano, perché con Rosario Crocetta non esiste alcuna prospettiva di sviluppo per la nostra terra. Non esiste, come ha detto bene Maurizio Bernava, alcuna possibilità di creare occupazione.

Ed allora, egregio onorevole D’Alia, se come dice, ha seguito le indicazioni di Bernava per la scelta della candidatura di Crocetta, prenda atto delle considerazioni fatte da questo leader sindacale ed inviti i parlamentari regionali dell’Udc a contribuire alla raccolta delle firme per mettere fine alla triste esperienza crocettiana, interrompendo questa pessima legislatura.

 


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