Il caos della terza finanziaria, i grandi affari sui migranti, l’Expo: ma chi comanda oggi in Sicilia?

IL GOVERNATORE CROCETTA NON PUO’ ESSERE L’UNICO RESPONSABILE DI TUTTO QUESTO SFASCIO. DIETRO TUTTO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO E CHE PENALIZZA PESANTEMENTE LA NOSTRA ISOLA C’E’ UNA REGIA CHE, FORSE, SFUGGE ALLA STESSA POLITICA SICILIANA

In questa fase di grande confusione politica e parlamentare, in attesa di leggere il testo di una terza legge finanziaria fin troppo confusa (noi siamo certi che la presidenza dell’Ars dichiarerà inammissibili molti degli emendamenti privi di relazioni tecniche inseriti in questo disegno di legge), vorremmo fare qualche puntualizzazione.

Di tutto quello che sta succedendo in queste ore nella politica siciliana noi non condividiamo la ‘filosofia’. Tutta la manovra finanziaria che, in un modo o nell’altro, è stata approvata dalla Commissione Bilancio e Finanze è il frutto di un’impostazione sbagliata.

Già la situazione finanziaria della Regione è piuttosto complicata. Quello che sta succedendo in queste ore la rende ancora più complicata. E rende sempre più povera la Sicilia e sempre più povere intere categorie sociali di siciliani.

In tanti anni mai avevamo visto una Regione che, per fronteggiare i tagli operati da Roma, crea disoccupazione e, addirittura, infila le mani nelle tasche dei pensionati. Non solo dei cosiddetti ‘pensionati d’oro’ (cioè i soggetti con un’indennità pensionistica che oscilla tra i 90 mila e i 240 mila euro circa all’anno) – pratica di per sé incostituzionale, ma con una giustificazione ‘morale’ – ma anche dei pensionati da 30 mila euro all’anno! Eppure tutto questo sta succedendo.

Proprio ieri il nostro giornale ha dato notizia di una petizione contro l’accordo-truffa tra il Governo Renzi e il nostro presidente della Regione, Rosario Crocetta, che per 550 milioni di euro ha rinunciato a contenziosi finanziari pari a circa 5,4 miliardi di euro.

La Sicilia, tranne in poche occasioni, non ha avuto classi dirigenti particolarmente attente ai reali bisogni dei siciliani. La stessa Autonomia, come segnalava Leonardo Sciascia nella raccolta di saggi La corda pazza tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del secolo passato, è stata vissuta dalla politica siciliana come un modo per tutelare interessi privati e non certo come momento di rinascita economica e sociale della nostra Isola.

Le idee forti dei ‘Padri’ dell’Autonomia siciliana sono state tradite. E la prova provata del tradimento dell’Autonomia è tutta negli articoli dello Statuto mai applicati, a cominciare dagli articoli 36 e 37 (sull’articolo 38 il discorso è sempre stato diverso e meriterebbe un approfondimento a se stante, mentre il lodevole tentativo del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, di far applicare l’articolo 36 rischia di non bastare).

Ma pur in un contesto di tradimenti e di miserie mai avevamo visto, nel giro di un anno e mezzo circa, tanti tradimenti e tante miserie. Che sta succedendo?

Prendersela solo con il presidente Crocetta non servirebbe. Certo, ha firmato con il Governo Renzi un accordo-capestro. Ma forse è arrivato il momento di chiederci, alla luce di tutto quello che sta succedendo, chi comanda veramente oggi in Sicilia. Perché sono veramente troppi i conti che non tornano.

A parte il contenzioso al quale ha rinunciato il governatore Crocetta – i già citati 5,4 miliardi di euro circa – rimane aperta la questione sanità, ovvero le accise che, già dal 2008, lo Stato avrebbe dovuto riconoscere alla Regione dopo il passaggio della quota di partecipazione della stessa Regione dal 42 per cento circa quasi il 50 per cento. Ebbene, di queste accise non si sa nulla.

Così come non sappiamo più nulla dell’applicazione della legge sul federalismo fiscale. Questa legge nazionale, almeno per ciò che riguarda la Sicilia, è stata applicata a metà: sono arrivati i tagli ai Comuni della nostra Isola, ma non sono arrivate le risorse legate alla perequazione fiscale e infrastrutturale. Per tutta risposta, i Comuni siciliani – tranne alcune eccezioni – stanno aumentando spaventosamente le imposte locali (di atto, in molti casi, ripristinando in modo surrettizio l’Imu sulla prima casa!). Il tutto senza spiegare nulla ai cittadini.

Lo Stato, quest’anno, ha scippato dal Bilancio della Regione un miliardo e 100 milioni di euro. A questi si dovrebbero aggiungere anche i 200 milioni di euro per pagare i ‘famigerati’ 80 euro, ovvero la promessa elettorale del Governo Renzi. Ma questi 200 milioni – che Renzi ha appioppato alla Regione non ci sono: e infatti i ‘famigerati’ 80 euro, almeno per ciò che riguarda la Sicilia, nessuno sa dove siano finiti!

Dello scippo di un miliardo e 100 milioni di euro circa dal Bilancio regionale 2014 lo Stato ha restituito 550 milioni: sono i soldi – i nostri soldi! – che Crocetta è riuscito a farsi restituire in cambio della già citata rinuncia al contenzioso di 5,4 miliardi di euro.

Come potete notare, quest’operazione è stata una doppia truffa ai danni della Regione siciliana: il Governo Renzi ci ha tolto un miliardo e 100 milioni di euro, ne ha restituiti la metà e, in cambio, ha preteso e ottenuto la rinuncia a un contenzioso di 5,4 miliardi di euro che, in parte, era già stato vinto dalla Sicilia grazie a sentenze favorevoli della Corte Costituzionale. Un delirio.

Un fatto del genere è troppo grave per ascriverne la responsabilità al solo presidente della Regione. Dietro tutte queste operazioni c’è una ‘regia’: c’è un disegno del quale il PD non è estraneo: e infatti, se ci avete fatto caso, su tutte queste storie incredibili non si registra una presa di posizione forte da parte del PD, ma solo qualche dichiarazione sporadica e settoriale.

Sta passando anche nel silenzio generale la questione dell‘assistenza ai migranti. Ricordiamo che, per lunghi mesi, c’è stato il tentativo di scaricare sulla Sicilia il costo degli sbarchi, che dall’inizio dell’anno ad oggi è stato particolarmente oneroso.

Ufficialmente ci dicono che, adesso, è intervenuto lo Stato con 370 milioni di euro. E che del problema si occuperà il Ministero degli Interni con il sistema Spra (Sistema di protezione per richiedenti asilo). Questa tesi è vera solo in parte. E non è affatto vera sotto il profilo finanziario. Perché i costi di tutta l’operazione li sta sostenendo la Sicilia.

I conti sono presto fatti. Lo Stato ha restituito solo la metà del miliardo e 100 milioni che ha scippato dal Bilancio regionale di quest’anno. Oltre a incassare la rinuncia ai contenziosi si è tenuto 550 milioni. Ed è proprio da questi 550 milioni che ha preso i 370 milioni di euro per mettere a punto il sistema Spra!

Insomma, la gestione del sistema Spra è del Ministero degli Interni; ma i soldi sono quelli dei siciliani!

C’è di più: in Sicilia, oltre al Cara di Mineo e a un numero imprecisato di centri di accoglienza dislocati in tutte le province dell’Isola, si contano circa 350 centri per il ricovero di minori non accompagnati che ospitano, nella stragrande maggioranza dei casi, minori arrivati con i barconi.

Ebbene, dall’entrata in vigore del sistema Spra li pagherà lo Stato (anche se con i soldi della Regione!). Ma ancora non è stato chiarito chi dovrà pagare gli arretrati: e sotto attacco sono i Comuni siciliani.

Anche in questo caso, la beffa, ai danni della Sicilia, potrebbe essere doppia: non solo si sono presi i 370 milioni della Regione per organizzare il servizio Spra (furbo il Ministro Angelino Alfano, no? un uomo politico che fa gli interessi della Sicilia…), ma rischiano di appioppare ai Comuni tutto il pagamento degli arretrati.

Non sfugge agli osservatori attenti che, tranne pochissime eccezioni, quasi tutti i centri per i migranti sono gestiti da privati. In pratica, in Italia – e in particolare in Sicilia – su questo grande dramma c’è chi sta costruendo ingenti fortune. Tutto a spese della collettività. Il PD e il Ministro Alfano non sanno nulla di tutto questo? 

In questi giorni, su facebook, circola un post – piuttosto gettonato – in cui ci si pone una domanda: se con 80 euro, come ha detto un Ministro del Governo Renzi, si fa la spesa per un mese, perché un migrante deve costare 45 euro al giorno? E perché un minore non accompagnato ricoverato presso uno dei tanti centri (350 solo in Sicilia!) deve costare 74 euro al giorno?

Chi ha stabilito queste cifre? Chi è che sta guadagnando un sacco di soldi grazie al ‘combinato-disposto’ tra operazione Mare Nostrum e ‘prezziario’ migranti-minori non accompagnati?

Quello che non convince di tutti questi soldi tolti alla Sicilia, ora per fronteggiare i problemi di finanza nazionali, ora per pagare i migranti è che a pagare siano i siciliani.

Perché mentre si tolgono 370 milioni di euro dal Bilancio 2014 della Regione per pagare il servizio Spra del Ministro Alfano e della sua operazione Mare Nostrum, i beni culturali della Sicilia sono abbandonati (quest’anno, nelle aree archeologiche, non sono stati effettuati nemmeno i trattamenti contro le zecche!), nei musei non ci sono i soldi per pagare il personale, l’Arpa è al verde (e stiamo parlando della tutela dell’ambiente), la sanità pubblica siciliana sta per subire l’ennesima ‘tosatura’ di posti letto, mentre i contratti dei medici pubblici sono bloccati da anni.

L’elenco potrebbe continuare con la scomparsa dell’industria (a Termini Imerese, nel 2015, finirà per sempre la cassa integrazione: ma nessuno lo dice), con la crisi dell’agricoltura (quest’anno le cantine sociali siciliane non sanno che fare del vino sfuso che non sono riuscite a vendere).

Il tutto mentre è in corso una mega-operazione speculativa sulla partecipazione della Sicilia all’Expo dove saranno in tanti – tiriamo a indovinare: magari nel mondo del vino? – a farsi i ‘bagni’ mentre il resto dell’agricoltura siciliana affonda.

Ragazzi, pensare di dare a Crocetta la responsabilità di tutto questo sfascio è da stupidi. Questo presidente della Regione non è il massimo. Ma non può essere lui l’artefice di un depauperamento ‘scientifico’ della Sicilia.

Diciamolo chiaramente: che cosa ci sta guadagnando Crocetta dal tenere alla segreteria generale la dottoressa Patrizia Monterosso, peraltro già condannata dalla Corte dei Conti, sulla quale pendono altre sentenze in arrivo? E perché si ostina a tenere in due dipartimenti la dottoressa Anna Rosa Corsello che, di fatto, ha più volte vanificato accordi siglati dallo stesso presidente della Regione? Che poteri – e soprattutto quali interessi – rappresentano, oggi, queste due signore ai vertici della Regione?

A nostro avviso, Crocetta sta subendo anche la sceneggiata della Garanzia giovani, dove i bandi che non possono non riguardare tutti i siciliani vengono fatti passare – con la connivenza dei sindacati – come bandi su misura ora per gli ex sportellisti, ora per i docenti della Formazione professionale licenziati.

Per non parlare di tutte le cose incredibili che succedono negli uffici dell’assessorato alle Attività produttive e all’Irsap (e, naturalmente, negli ex Consorzi Asi). Per non parlare della pretesa un po’ strana di certi amministratori che orbitano in quattro società regionali che pretendevano l’aumento delle indennità, provvedimento per fortuna ‘bocciato’ dalla Commissione Bilancio e Finanze.

Non può essere il solo Crocetta il responsabile di tutto questo sfascio. Non può essere Crocetta il responsabile delle ‘operazioni’ siciliane in corso sulla partecipazione della Regione all’Expo: ‘operazioni’ che, forse, Crocetta nemmeno conosce.

Ribadiamo: dietro questo marasma c’è una ‘regia’ che, forse, sfugge anche alla politica siciliana.

Tutto si riassume in una domanda: ma chi comanda veramente oggi in Sicilia?

Foto di prima pagina tratta da innovando.it    


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