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Corruzione al Comune di Aci Sant’Antonio dietro i fondi post sisma. Sono 42 gli indagati

Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica e distruzione e occultamento di atti. Sono i reati contestati, a vario titolo, a 42 persone. Le stesse hanno ricevuto la notifica dell’avviso conclusioni indagini lo scorso 16 febbraio. Sotto la lente d’ingrandimento della procura di Catania e dei carabinieri è finito il Comune di Aci Sant’Antonio. Due le misure interdittive: una nei confronti di R.M., funzionaria del Comune, coordinatrice dell’ufficio Sisma e responsabile del procedimento per l’approvazione e liquidazione delle domande di contributo, l’altra a carico del geometra A.P. nella qualità di libero professionista. I due sono stati sospesi per dieci mesi dalla possibilità di esercitare il proprio lavoro negli uffici pubblici e per sei mesi è scattato lo stop di esercitare la propria attività professionale.

A fare scattare le indagini, nel 2019, sono state le denunce presentate da due imprenditori nei confronti del sindaco del Comune di Aci Sant’Antonio, Santo Orazio Caruso, e della funzionaria comunale, in servizio ai Lavori Pubblici- «Accusati di condotte corruttive e di illeciti nella gestione e affidamento di lavori pubblici – si legge in una nota diffusa dai carabinieri alla stampa – nonché nell’assegnazione di contributi stanziati dall’ente comunale in favore di privati e associazioni». Ad Aci Sant’Antonio, secondo gli inquirenti, vi sarebbe stato «un trasversale sistema illecito nella gestione dei contributi per la ricostruzione post–sisma nel quale risultavano pesantemente coinvolti, a vario titolo, pubblici amministratori, funzionari comunali, privati cittadini richiedenti il contributo per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dall’evento tellurico, nonché tecnici di parte».

Per i magistrati la funzionaria comunale avrebbe fatto ottenere a privati cittadini, che alla medesima si erano affidati, l’indebita elargizione del contributo statale stanziato per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dal sisma, ottenendo in cambio una remunerazione economica, consistente in una quota del compenso corrisposto al tecnico di parte geometra di cui la stessa si sarebbe avvalsa, quale suo prestanome, e con il quale avrebbe operato in correità; a ciò si aggiunga che la stessa funzionaria comunale, «attraverso il compimento di artifizi e raggiri e con il contributo offerto da pubblici amministratori, funzionari comunali e dal titolare dell’impresa affidataria dei lavori, sarebbe stata destinataria dell’indebita corresponsione di contributi per il ripristino della propria abitazione».

«In esito agli accertamenti espletati emergevano elementi di reità – continuano gli inquirenti – anche nei confronti dell’ex sindaco come soggetto attuatore per i primi interventi di protezione civile in conseguenza dell’evento tellurico e dell’ex vice-sindaco Giuseppe Santamaria, i quali si sarebbero resi
responsabili di condotte fraudolente finalizzate a fare ottenere l’indebito contributo in favore di privati i cui immobili non possedevano i prescritti requisiti previsti». I carabinieri avrebbero accertato anche diverse falsificazioni dei verbali di giunta e delle relative delibere adottate, in quanto i membri
della giunta comunale di Aci Sant’Antonio, «in concorso con il segretario comunale, nel corso dell’anno 2019 avrebbero attestato, non conformemente al vero, la presenza di alcuni di loro a sedute alle quali in realtà non avevano partecipato, trovandosi in altre località per impegni personali». Nella stessa indagini sarebbero emersi illeciti nei lavori per il ripristino del manto stradale oltre a un traffico illecito di rifiuti per il mancato conferimento in discarica del materiale proveniente dai lavori di scarifica. Fresature dell’asfalto sarebbe stato indebitamente conferito ad esclusivo vantaggio di un’impresa locale riconducibile alla funzionaria, operante nel settore della movimentazione terra


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