Regione, la Corte dei Conti lancia l’allarme: “Crisi di liquidità”

LA MAGISTRATURA CONTABILE ‘BOCCIA’ I CONTI ‘BALLERINI’ DELL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE

Al di là delle chiacchiere, prima o poi, i nodi vengono al pettine. A smentire clamorosamente tutte le rassicurazioni del Presidente della Regione e dell’assessore all’Economia sulla tenuta dei conti regionali, è, infatti, la Corte dei Conti.

Che, stamattina, ha presentato una sua relazione all’Ars, in cui lancia l’allarme liquidità: “La Corte è ben consapevole che le tensioni di cassa, anche a causa dell’impatto negativo delle manovre statali che, con il sistema delle riserve e degli accantonamenti tributari, hanno determinato significative drenaggi di risorse – si legge nella relazione – si sono verificate, seppure in periodi diversi dell’anno, anche nel 2013. In quell’esercizio, però, le carenze di liquidità sono state opportunamente governate tramite un’accorta politica di tesoreria suffragata da conti pubblici sostanzialmente in equilibrio”.

Quest’anno, invece, sulla descritta situazione di cassa, “grava un bilancio di previsione al quale, dopo l’impugnativa della legge di stabilità regionale per il medesimo esercizio da parte del Commissario dello Stato per la Regione siciliana, non sono stati apportati gli aggiustamenti necessari per ricondurlo in pareggio”.

“In questa situazione – ad avviso della Corte – vanno evidenziati i rischi molto elevati che le attuali tensioni a breve possano trasformarsi in vere e proprie crisi di liquidità”.

E ancora:

“La situazione di cassa regionale, seppure migliorata al dato di fine esercizio 2013 (128 milioni di euro), registra un continuo trend discendente nel primo quadrimestre del 2014”.

Rispetto, infatti, “agli 1,2 miliardi al 31 gennaio 2014”, scrivono i magistrati “le giacenze della cassa diminuiscono a 842 e 650 milioni rispettivamente a fine febbraio e marzo”. Sono le somme, spiegano i magistrati contabili, “relative alle effettive somme giacenti in cassa, cioè al lordo degli accantonamenti mensili per pignoramento e per il pagamento del servizio del debito”, scontando i quali nel trimestre febbraio aprile si perviene rispettivamente a importi pari a 690, 421 e 215 milioni di euro “appena sufficienti a garantire il fabbisogno mensile”.

Non convincono i giudici contabili neanche le norme approvate di recente con la manovra bis per il pagamento degli stipendi dei forestali: “Destano perplessità – si legge sempre nella relazione – le numerose disposizioni del ddl 724 che hanno autorizzato spese per assicurare il pagamento degli emolumenti al personale utilizzato nel settore forestale e nell’antincendio”. Secondo i magistrati, tali norme “violerebbero il principio di veridicità del bilancio”.

La Corte ha bacchettato l’Amministrazione regionale anche nel merito perché “gli equilibri del bilancio vanno attentamente perseguiti in via previsionale nel corso dell’ intera gestione”.


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