L’alta dirigenza regionale fasulla: perché la sentenza del Tar Sicilia fa finalmente chiarezza!

IL PRONUNCIAMENTO DEI GIUDICI AMMINISTRATIVI HA UN GRANDE MERITO: QUELLO DI SPINGERE IL LEGISLATORE REGIONALE VERSO UNA RIFORMA DEL SETTORE, MAGARI INDIVIDUANDO UN RUOLO UNICO DIRIGENZIALE. IL GRANDE INGHIPPO DEI TRANSITATI NELLA SECONDA FASCIA DIRIGENZIALE “SENZA PASSARE DAL VIA”. E IL NODO GORDIANO DI CHI HA FATTO CURRICULUM FACENDO INCETTA DI INCARICHI ILLEGITTIMI!

I nostri lettori ci hanno chiesto di tornare sulla sentenza del Tar Sicilia (Tribunale amministrativo regionale) che ha definito illegittimi i dirigenti generali ‘figli della legge 10’, cioè della legge regionale n. 10 del 2000.

Abbiamo ricevuto decine di telefonate. Ieri abbiamo pubblicato il testo integrale della sentenza (che trovate in altra parte del giornale). Ed è in corso un dibattito tra i lettori. Oggi proveremo a dare qualche spunto in più. Anche se molti dirigenti regionali potrebbero non restare contenti di quello che scriviamo.

Una lettrice – che peraltro è una dirigente regionale – ci ha fatto notare che i dirigenti ‘figli della legge 10′ non sono tutti uguali. E’ vero, ma la scorsa settimana, anche per il dibattito sulle elezioni europee che imperversava, non abbiamo avuto molto tempo per qualche approfondimento.

Per quanto ne sappiamo noi, questa storia della cosiddetta ‘Terza fascia’ dirigenziale – che se non ricordiamo male è una prerogativa tutta siciliana, che non esiste in altre Regioni italiane, dove le fasce dirigenziali sono due – nasce al momento di passaggio dalla vecchi alla nuova legge.

Prima delle legge regionale n. 10 del 2000, se non ricordiamo male, c’erano i direttori regionali (posto al quale si accedeva con nomina della Giunta regionale, ma dopo lunga e comprovata esperienza), i dirigenti superiori e i dirigenti.

Nel passaggio alla nuova legge, i direttori regionali sono diventati dirigenti di prima fascia; i dirigenti superiori sono diventati dirigenti di seconda fascia; e i dirigenti sono diventati dirigenti di ‘Terza fascia’. Qui inizia l’inghippo.

Oggi, se la memoria non ci inganna, in servizio ci dovrebbero essere due dirigenti di prima fascia: Castrenze Marfia e Marco Salerno; e una trentina di dirigenti di seconda fascia, quasi tutti sessantenni. Tutto il resto – e non sono pochi – sono dirigenti di ‘Terza fascia’.

Anche su questa ‘Terza Fascia’ è necessario – come ha giustamente sottolineato la nostra lettrice – operare qualche distinzione.

Va ricordato che tra la gran massa di dirigenti della ‘Terza fascia’, ce ne sono alcuni – grosso modo novanta o giù di lì – che hanno superato un vero concorso: prove scritte e orali.

Poi ce ne sono altri – la gran maggioranza – che sono arrivati dai Geni civili (ingegneri e architetti, in massima parte); a qui si sommano i divulgatori agricoli.

Nel 2003, quando la politica siciliana decide di dare il via alle ‘danze’ – cioè alle promozioni dei dirigenti generali (per i quali, questo va detto per inciso, si richiedono criteri molto meno restrittivi di quelli che venivano richiesti ai vecchi direttori regionali: cosa che è sotto gli occhi di tutti, perché oggi l’alta dirigenza regionale non sembra di altissimo livello…) – si pone il problema di avviare le ‘promozioni’. E si decide di iniziare a ‘pescare’ dalla ‘Terza fascia’ dirigenziale.

Questo è un punto fondamentale. E qui, forse, i giudici amministrativi non hanno torto. La legge n. 10 – come abbiamo già avuto occasione di scrivere – prevede i concorsi per consentire il passaggio dalla ‘Terza’ alla seconda fascia dirigenziale. Ma questi concorsi non verranno mai banditi. Qualcuno, di questo, dovrà essere chiamato a rispondere.

Arriverà, invece, una legge regionale – se non ricordiamo male la n. 20 – che, di fatto, proverà a bypassare i concorsi per il passaggio dalla ‘Terza fascia’ alla seconda fascia.

Questa legge – sempre se non ricordiamo male – verrà in parte impugnata. Ma sarà un’impugnativa che darà luogo ad ambiguità.

Di fatto, l’impugnativa non bloccherà le ‘promozioni’ di dirigenti generali ‘figli della legge 10’. Nella serena e solare convinzione che l’ambiguità di fondo sarebbe stata comunque travolta dagli eventi. Cioè dalle continua nomine di dirigenti generali pescati dal bacino della ‘Terza fascia’.

Nel frattempo sono successe altre cose. Cosa? Negli uffici della Regione sono arrivati altri dirigenti da chissà dove, assorbiti senza problemi in seconda fascia. Questo è, forse, il meccanismo meno ‘trasparente’ messo in campo dalla politica siciliana negli ultimi anni.

Da enti ‘scogniti’ (per esempio provinciali, ma non solo), sono transitati negli uffici regionali dirigenti che, d’ufficio – come già ricordato – sono stati inseriti nella seconda fascia. E, da lì, ‘trasformati’, in alcuni casi, in dirigenti generali!

Questa non è solo un’anomalia: potrebbe essere, almeno in alcuni casi, un’ingiustizia che farebbe venire meno le regole della meritocrazia. Questo personale transitato negli uffici della Regione è stato inserito nella seconda fascia solo perché la ‘Terza fascia’ è ad esaurimento (come potete notare, quando vuole, a propria convenienza, la politica siciliana applica la legge…).

Il problema è che nella ‘Terza fascia’ ci sono vincitori di concorso per dirigenti. Mentre nella seconda fascia ritroviamo personale che non ha mai sostenuto un concorso, che è entrato in particolari enti ‘scogniti’ chissà come e che, adesso – in teoria – va anche a ricoprire ruoli apicali. Una follia!

Questo sistema folle – dove la discrezionalità e, in alcuni casi, l’arbitrio, hanno preso il sopravvento – è stato finalmente stigmatizzato dal Tar Sicilia. Con una sentenza che, quanto meno, avrà il merito di spingere il Legislatore siciliano a promuovere una riforma, possibilmente meritocratica. Dove chi non ha mai superato un concorso (un vero concorso, non il corso-concorso che significa poco o nulla!) per dirigente non dovrebbe avere accesso ai ruoli apicali. Istituendo, magari, una sola fascia dirigenziale.

Si tratta di ripristinare la meritocrazia. Ponendo fine al ‘bordello’ che oggi vige nell’Amministrazione regionale.

Discorso analogo riguarda il 20 per cento di alta dirigenza ‘esterna’. Anche in questo caso servono i titoli veri e non quelli acquisiti con incarichi illegittimi. Sotto questo profilo il Tar Sicilia farebbe bene ad intervenire per mandare via tutti quei soggetti che, oggi, occupano ruoli grazie a curricula falsati da incarichi illegittimi!


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