Dovranno essere gl'italiani, con un referendum popolare, a stabilire se restare o meno nell'euro. Per far questo, oggi, bisogna andare a votare. Il cambiamento dipende solo da noi
EDITORIALE/ Al voto con un nemico da battere: l’astensionismo. E per dire “No” all’attuale Europa
DOVRANNO ESSERE GL’ITALIANI, CON UN REFERENDUM POPOLARE, A STABILIRE SE RESTARE O MENO NELL’EURO. PER FAR QUESTO, OGGI, BISOGNA ANDARE A VOTARE. IL CAMBIAMENTO DIPENDE SOLO DA NOI
L’Europa di oggi non piace. A tanti. Per un motivo semplice: perché è pessima. L’idea – all’inizio – era buona. O, almeno, tale sembrava. L’Europa dei popoli, un grande mercato comune, la solidarietà e tanto altro ancora. Tutto giusto.
L’Europa, bene o male, ha funzionato fino alla caduta del Muro di Berlino. Poi qualcosa ha cominciato ad andare storta. I tedeschi, riunificando il proprio Paese, hanno preso il sopravvento nell’Unione europea. E sono cominciati i guai.
A completare l’opera ha pensato l’euro. Un appuntamento al quale l’Italia è arrivata, nei primi anni ’90, con una classe politica di serie “B”. Opportunamente selezionata – nessuno ha mai capito bene da chi – sull’onda di Tangentopoli.
Il risultato è stato un ingresso nell’euro, da parte del nostro Paese, disastroso. Oggi ne paghiamo le conseguenza. I ‘signori’ che oggi controllano i Paesi dell’Unione europea dell’euro fanno il bello e il cattivo tempo.
I ‘predoni’ che oggi controllano – in modo più ‘militare’ che democratico – l’Unione europea hanno mandato in soffitta Keynes. E applicano tesi economiche sconfitte dalla storia. Ma siccome comandano loro, dobbiamo subire la truffa del debito pubblico e dello spread.
L’Italia, oggi, è sotto ricatto dell’Europa dell’euro. E della Germania. Per questo è importante andare a votare: perché per cambiare l’Europa bisogna partecipare e non lasciare scegliere agli altri il nostro futuro.
Noi siamo convinti che un referendum popolare, in Italia, dovrà dire se dovremo restare o no nell’euro.
Attenzione alle furbizie: uscire dall’euro non significa lasciare l’Unione europea. Chi dice questo o è un ignorante o è in malafede. Ci sono almeno dieci Paesi – tra questi Regno Unito, Svezia, Finlandia – che non sono entrati a far parte dell’euro e stanno benissimo.
Per questo è importante andare a votare: per restare nell’Europa unita, ma fuori da una moneta unica che ha anticipato patologicamente un’unità politica europea che ancora non c’è.
Ma per un’Europa libera dalle truffe e dai truffatori dell’euro serve il voto delle persone libere. Dobbiamo andare a votare. In massa. Per dire “No” a quest’Europa. E per costruire un’Unione europea migliore di quella attuale.