«Abbiamo deciso di coniugare l’amore per la Sicilia a quello per la carta». Nasce da questa intenzione a Leonforte (in provincia di Enna) Crisa, la carta a mano dei gemelli Francesco e Giuseppe Lo Gioco. Se spesso la Sicilia è protagonista di una fuga di cervelli senza tregua, i due trentenni hanno messo in atto […]
A Leonforte c’è una cartiera che segue il metodo medievale: «Facciamo tutto a mano, con l’acqua della fonte»
«Abbiamo deciso di coniugare l’amore per la Sicilia a quello per la carta». Nasce da questa intenzione a Leonforte (in provincia di Enna) Crisa, la carta a mano dei gemelli Francesco e Giuseppe Lo Gioco. Se spesso la Sicilia è protagonista di una fuga di cervelli senza tregua, i due trentenni hanno messo in atto una vera e propria migrazione al contrario. Prima la laurea a Catania in Beni culturali poi, nel 2016, quella a Firenze che ha aperto le porte al mondo dell’artigianato. «Abbiamo visto fare per la prima volta un foglio di carta a mano – raccontano i due gemelli a MeridioNews – e siamo rimasti affascinati da questi movimenti antichi». Al corso di formazione a Firenze è seguito un approfondimento delle tecniche del mestiere a Fabriano, città nota per la scuola internazionale dei mestieri d’arte.
«Per due mesi – aggiungono – abbiamo appreso tutte le tecniche e le gestualità della professione del cartaio». Una passione che si è concretizzata sotto l’esempio di cartai di grande esperienza che hanno insegnato loro tutto il processo, passo per passo. Dall’impasto alla lavorazione del foglio fino al risultato finale. Un sogno, quello dei fratelli Lo Gioco, che è sopraggiunto solo a un certo punto della loro vita. «Abbiamo deciso di cimentarci in questo ambito durante il periodo Covid, a Firenze, quando eravamo lontani dalla famiglia e avevamo a disposizione molto tempo per riflettere sulle decisioni da prendere», raccontano i due ragazzi. Poi, a marzo dello scorso anno, il rientro ufficiale in Sicilia.
In merito a Crisa, il progetto è nato due anni fa, ma la cartiera vera e propria è stata inaugurata il 21 ottobre scorso all’interno di un locale di proprietà del padre. La cornice è quella di Leonforte che trova una corrispondenza col nome della stessa cartiera. «C’è un legame molto importante tra territorio e cartaio», precisa Giuseppe. Le cartiere, infatti, sin dall’antichità sono sempre nate vicino ai corsi d’acqua. Quest’ultima è la risorsa principale per la realizzazione della carta e la città ennese ne è un esempio. Per quanto riguarda il nome, Crisa è un’antica divinità grecoromana che nel territorio personificava il fiume Crisa, presente nella valle del Dittaino e nelle pianure sotto Leonforte. L’originalità del mestiere dei Lo Gioco consiste nel mantenere intatte le tradizioni antiche. «Con delle taniche – proseguono – andiamo a raccogliere l’acqua dalla gran fonte, come si faceva in passato». Acqua che viene prelevata dalla fontana monumentale di Leonforte, risalente al 1600 e fatta costruire dal principe Niccolò Placido Branciforte. Le tecniche e i movimenti sono quelli del metodo fabrianese, ancora più antichi della fontana: risalgono al 1200. L’unica innovazione apportata al mestiere è l’uso del raffinatore.
Ma quali sono gli step di preparazione della carta? Un processo che, solo per l’impasto, richiede diverse ore: «Prima di tutto – affermano i gemelli – si prepara l’impasto con le fibre del cotone, l’acqua e la colla. Poi, con movimenti specifici intrecciamo le fibre sulla forma lasciando che l’acqua scivoli tramite la rete di supporto. In seguito, il foglio viene poggiato sulla lana, pressato e lasciato asciugare». Un tipo di carta che, per la lavorazione che vi è dietro, viene immessa sul mercato a prezzi più alti rispetto a quella industriale. «La differenza con quest’ultima – precisano i due cartai – consiste nel fatto che non usiamo additivi chimici». Differenze che sono percepibili anche al tatto – la carta industriale non è del tutto liscia – e alla vista – poiché quella artigianale si caratterizza per un bianco più caldo. Il materiale, composto solo da fibre naturali, garantisce una maggiore resistenza nel tempo. Maggiore è la richiesta di produzione soprattutto da parte di esperti in materia, come nel caso degli acquarellisti, dei tipografi o dei calligrafi per esempio.
Si possono creare numerosi oggetti: dalle buste e i biglietti compleanno a quelli da visita, fino alle cartoline per celebrare un annullo filatelico. Insomma, un tipo di carta – quella dei fratelli Lo Gioco – che si usa in determinate occasioni e che diventa protagonista di un mercato sempre più in crescita. Un paradosso, nell’era del digitale, che tuttavia conferma l’esigenza di usare prodotti di qualità per i grandi eventi. A dare ancora più risalto all’attività di Crisa è il fatto che si tratta «dell’unica cartiera artigianale in Sicilia», stando a quanto affermano i due cartai, che hanno l’intenzione di espandersi tramite i social ma di mantenere intatta la struttura interna. «Solo noi due ci occupiamo dell’attività e abbiamo intenzione di conservare questa forma – concludono – proprio come nelle cartiere medievali che erano composte da due o, al massimo, tre persone».