Il 52enne pregiudicato Salvatore Strano e il 42enne Rosario Di Bella, entrambi catanesi, sono finiti in carcere. Le indagini, supportate dalle intercettazioni audio-video, hanno fatto luce sulle condotte dei due uomini responsabili del reato di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso, nell’ottobre 2020. Il 42enne è stato notato mentre entrava in un’autocarrozzeria di Misterbianco […]
Soldi in cambio di protezione: estorsione al titolare di un’officina di Misterbianco
Il 52enne pregiudicato Salvatore Strano e il 42enne Rosario Di Bella, entrambi catanesi, sono finiti in carcere. Le indagini, supportate dalle intercettazioni audio-video, hanno fatto luce sulle condotte dei due uomini responsabili del reato di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso, nell’ottobre 2020. Il 42enne è stato notato mentre entrava in un’autocarrozzeria di Misterbianco andando nell’ufficio dove c’era uno dei due titolari. Quest’ultimo ha preso da un cassetto delle banconote e le ha consegnate a Di Bella che, dopo un veloce conteggio, le ha messe nella tasca destra dei pantaloni.
L’uomo, prima di uscire dall’attività, ha salutato il titolare con un bacio e lo ha rassicurato dicendogli di non preoccuparsi qualora avesse avuto problemi di qualsiasi genere perché li avrebbe risolti lui. Ma proprio nelle vicinanze il 42enne è stato raggiunto da una pattuglia e trovato con 200 euro in contanti.
Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che tale situazione andava avanti da qualche mese ed era sfociata in una trattativa che, inizialmente si caratterizzava con la richiesta di 600 euro mensili (300 per ogni socio), mentre, nella fase finale si concludeva, con la partecipazione di Strano, chiedendo 200 euro mensili.
Il titolare, peraltro, era stato già vittima di un’estorsione tramite cavallo di ritorno. Nella circostanza in questione, il 52enne pregiudicato, dopo aver mediato per la restituzione di un’auto rubata nella carrozzeria, ha chiesto e ricevuto come corrispettivo 300 euro. Inizialmente i due arrestati erano ai domiciliari ma, dopo il rigetto per inammissibilità da parte della Corte Suprema di Cassazione del ricorso proposto dagli indagati, con sentenza definitiva lo scorso mese di settembre, è stato emesso il provvedimento di carcerazione. Entrambi ora si trovano al carcere catanese di Bicocca per espiare la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione.