Formazione/ Il voucher strumento di trasparenza o potenziale mezzo di speculazione?

IL GOVERNO CROCETTA PARLA DI RIFORMA DELLA FORMAZIONE MENTRE TENTA UN “SINISTRO” RIORDINO PER VIA AMMINISTRATIVA. ESEMPIO ENCOMIABILE DI DEMOCRAZIA? IN REALTA’, L’ESECUTIVO, SENZA MAGGIORANZA PARLAMENTARE, SFUGGE AL CONFRONTO CON L’ARS. LO STRANO CASO DEGLI ERSU SICILIANI ABBANDONATI DALL’ASSESSORE SCILABRA

Nello sfascio della Sicilia per mano di un Governo incapace di fare gli interessi dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori, non fa eccezione il settore della Formazione professionale. La mistificazione della realtà messa su dal Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, nel settore testimonia lo scivolamento verso l’oblio del sistema formativo regionale.

Parole come “cambiamento epocale”, contenute nel comunicato con il quale l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha annunciato il suo ritiro dalla competizione per un posto al Parlamento europeo, assumono il sapore della disfatta per migliaia di operatori del settore che credevano nei propositi di rivoluzione del presidente della Regione Rosario Crocetta e che si sono ritrovati invece senza lavoro e senza retribuzioni, con un futuro appeso ad un flebile filo di speranza.

L’esecutivo regionale adesso, per sviare l’attenzione sul mancato pagamento del secondo acconto pari al cinquanta per cento del finanziamento ottenuto dagli enti gestori a valere sul ‘Piano giovani’, si è inventato il documento di riordino del settore formativo. Un tentativo di catalizzare l’attenzione su altro. Operazione tutto sommato riuscita, da parte del presidente Crocetta. Anche perché l’introduzione dello strumento del voucher a tutti gli ambiti della formazione professionale, come pare che si voglia fare dalla lettura degli scarni elementi a supporto del disegno riformatore, potrebbe portare ad avvicinare i criminali ed i mafiosi a richiedere il ‘pizzo’ sul voucher per allievo.

Il che significa entrare in possesso di una quota di finanziamento pubblico destinato ad un giovane che intende o viene spinto a frequentare un corso. Con il sistema dei voucher l’Amministrazione regionale trasferisce le risorse direttamente all’allievo che sceglie il tipo di corso e l’ente di formazione. Nella Sicilia affogata dai debiti e dalla diffusa povertà, la mafia potrebbe mettere il naso sul commercio del voucher formativi, soprattutto se questo strumento, come pare sia nell’intendimento del Governo regionale, dovesse trovare applicazione in tutti gli ambiti formativi.

Milioni di ore formative per centinaia di milioni di euro. Un business certamente interessante per il gruppi malavitosi. È veramente questa la rivoluzione? Crediamo di no, l’esecutivo regionale ponderi bene dove vuole “andare a parare”.

L’unico aspetto positivo che può riconoscersi all’azione politico-amministrativa dell’esecutivo regionale è quello dei controlli che hanno contribuito a far emergere circoli di malaffare politico-clientelare radicati nel settore da anni. È sufficiente a riformare il settore scovare i ladri? A nostro avviso non è questa la maniera per mettere mano ad una riforma vera del settore della Formazione professionale.

Chi approfitta dei finanziamenti pubblici per fini illeciti è giusto che paghi. E per questa fattispecie non serve alcuna riforma, la macchina della giustizia non ha bisogno di input da parte della politica o di propositi riformatori “proclamati” dall’esecutivo regionale per agire e sradicare il malaffare. Per cui sarebbe forse meglio che il presidente della Regione facesse meno annunci da “sceriffo” e dedicasse il suo “prezioso” tempo ad imbastire una riforma concertata con i lavoratori e con gli enti formativi.

Ad oggi, lo ripetiamo, non vediamo alcun tentativo riformatore e semmai si intravede una confusa ipotesi di riordino del settore. Riordino e non riforma, in democrazia sono concetti molto differenti. La riforma di questo settore spetta al Parlamento regionale ed è il risultato di un percorso parlamentare che compendia il confronto a tutti i livelli con i portatori di interessi.

Al Governo della Regione si riconosce il ruolo di primariato nella fase propositiva, per carità. Disegno di legge di una possibile riorganizzazione del sistema formativo regionale che può essere governativo o di iniziativa parlamentare quando l’imprimatur proviene da partiti e movimenti rappresentati all’Assemblea regionale siciliana.

Visti i chiari di luna e l’annuncio del governatore siciliano che la strada maestra per cambiare la Formazione professionale in Sicilia sarà “per via amministrativa”, siamo certamente davanti ad un riordino del settore e di certo non ad una riforma. Crocetta come il mago “Mandrake”, personaggio dei fumetti ideato da Lee Falk? Parrebbe proprio di sì, visto che con il riordino il Governo, che ha una maggioranza “ballerina” all’Ars, si sottrarrà al vaglio del Parlamento siciliano, producendo come effetto un a compressione della democrazia. Non è grave come sembrerebbe, dato che l’esperienza, i siciliani, gli operatori della Formazione professionale e gli enti formativi l’hanno già vissuto con il precedente Governo guidato da Raffaele Lombardo e che ha prodotto solo sfasci, come può evincersi dai risultati, e nulla più.

Comunque, farebbe bene qualcuno a spiegare alla giovane ed inesperta “assessora” la differenza sostanziale tra le due ipotesi onde evitare nel futuro l’uso di accezioni e locuzioni non conformi alla realtà dei fatti. L’assessore Scilabra sembra avere imparato in fretta i rudimenti della comunicazione efficace, per la verità, e spesso si rivolge ai giovani, suoi coetanei, con parole che lasciano presagire a propositi innovativi con ricadute propositive per le giovani generazioni. Un esempio lo rinveniamo in un passaggio del comunicato citato, che riportiamo di seguito.

“Nelle prossime settimane presenteremo un nuovo sistema della formazione professionale – ha detto la Scilabra – completamente rivoluzionato rispetto al passato, e vareremo altre importanti leggi sul diritto allo studio scolastico e universitario. Per queste ragioni oggi ho il dovere di non pensare solo a me, ma ai tanti giovani (e non solo) siciliani che hanno creduto in noi”.

Ciò che constatiamo è la lontananza dei fatti dalle parole usate dalla Scilabra. Un esempio è dato da quanto accaduto qualche giorno fa, allorquando convocate le rappresentanze studentesche dell’Ateneo palermitano, l’assessore non si è fatto trovare lasciando oltre cento “colleghi” in balia di pseudo esperti che non hanno inciso per niente sui contenuti del confronto che avrebbe dovuto portare a discutere di un ipotetico disegno di legge sul diritto allo studio, contrariamente all’esigenza degli studenti circa il funzionamento dell’Ersu.

Chiara testimonianza di mistificazione della realtà, lo ripetiamo. Da un lato l’assessore che pone come prioritario un disegno di legge sul diritto allo studio. Dall’altro gli studenti che denunciano il mancato insediamento della rappresentanza studentesca nel consiglio di amministrazione dell’Ersu di Palermo. Circostanza che impedisce alle rappresentanze regolarmente elette tra gli universitari di tutelare e partecipare attivamente alla gestione del diritto allo studio come l’accesso alla borsa di studio, oltre ai servizi di mensa, etc., previsti per legge.

Certo che è davvero strano che gli organismi di gestione del diritto allo studio in Sicilia – cioè gli Ersu – continuino ad essere sprovvisti di consigli di amministrazione e organi di controllo. Eppure l’assessore Scilabra, universitaria e “a suo dire” vicina ai giovani al punto da farne una missione, almeno a parole, dimostra di fare politica anche negli Ersu.

Secondo molti osservatori, l’avere perduto le elezione universitarie starebbe alla base della decisione di bloccare il rinnovo degli organi di governo posti a capo degli Ersu in Sicilia per impedire agli eletti nelle associazioni studentesche avversarie di insediarsi. Una vergogna, passata inosservata ai più, ma che appare senz’altro meritevole di un approfondimento a tutti i livelli. E poi c’è la pseudo riforma-riordino del settore da sedici mesi annunciata dal Governo Crocetta e mai attuata.

Oggi per la verità esiste una traccia di documento, come in altro articolo anticipato, tenuta segreta per quattro mesi, che ha destato diversi dubbi ad osservatori, lavoratori, esperti e portatori d’interessi legittimi sul settore. Stupisce il silenzio delle organizzazioni sindacali, che dovrebbero conoscerlo da qualche tempo, ma questa è altro cosa.

Dalla rilettura del testo emerge con sconcertante verità il tentativo di mantenere lo “status quo”. Il documento è di per sé strumento per tentare un riordino amministrativo e non ha nulla a che fare con l’inizio di un percorso legislativo. Obiettivo del Governo Crocetta? Lasciare tutto com’era già quindici anni fa. Il sistema dei voucher, per toccare uno dei punti cosiddetti “qualificanti”, è una vecchia storia, la Sicilia ha già avuto esperienza e può funzionare solamente attraverso l’utilizzo del personale degli sportelli multifunzionali per il necessario orientamento degli allievi verso L’ente formativo prescelto.

Il voucher è strumento utile semmai per l’alta formazione, per la formazione continua e permanente, per la formazione post diploma o post laurea. Di certo non per tutti gli ambiti formativi, quali la formazione di base e quella destinata a disabili, detenuti e fasce deboli del popolazione. Il Governo abbia l’umiltà di fare chiarezza sugli obiettivi che intende raggiungere.

La ricerca spasmodica di introdurre novità che non siano ponderate e rapportate alla realtà del contesto in cui operare non è la migliore ricetta possibile. E poi di quale novità parliamo? I circa otto mila lavoratori del settore attendono dal mese di novembre del 2013 la pubblicazione dell’Albo aggiornato degli operatori assunti entro il 31 dicembre 2008 nella Formazione professionale con contratto a tempo indeterminato.

Sicuramente una novità per il settore, forse l’unica. Dopo cinque mesi però il Governo Crocetta non si è deciso si pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Regione l’Albo. Perché? Parlare poi di adeguamento di qualche fonte di finanziamento extra regionale e presentarla come innovazione nel settore è una ulteriore mistificazione della realtà. Il riferimento va al punto n.8 del paragrafo intitolato “Elementi di razionalizzazione del sistema” contenuto nel documento richiamato che riportiamo a seguire.

“Sostenibilità finanziaria del sistema Fp attraverso l’utilizzo trasparente ed efficace delle misure di riferimento (Fondi regionali, nazionali e comunitari)”. Dove starebbe la novità?

La legge regionale 23 dicembre 20002, n.23 all’articolo 39, primo comma, recita “A decorrere dall’1 gennaio 2003 alla realizzazione del piano per la formazione professionale di cui alla legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni si provvede con le modalità previste per le attività formative cofinanziate dal fondo sociale europeo. I progetti presentati, valutati positivamente ed ammessi a finanziamento alla data di entrata in vigore della presente legge per il piano 2003 sono riformulati, tecnicamente, ai sensi del comma 1. Il successivo terzo comma fissa poi un principio essenziale del pagamento mensile a seguito dell’accreditamento delle risorse relative al costo personale effettuato dal dipartimento regionale competente nella misura necessaria alla copertura integrale della spesa da parte degli enti formativi. Violazione della norma che pone il Governo Crocetta nel più totale inadempimento normativo trascinando la Regione siciliana nell’illegalità. Il testo del terzo comma dell’articolo 39 dispone: “I pagamenti relativi alle spese del personale dipendente degli enti gestori delle attività di cui alla legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni sono disposti mensilmente. Gli enti gestori provvedono ad accendere apposito conto da utilizzare esclusivamente per tale voce di spesa e, per singolo progetto formativo, vengono accreditate, da parte dell’Amministrazione regionale, le risorse relative alla voce di costo del personale nella misura necessaria alla copertura integrale della stessa”.

Come può evincersi già nel 2002 il legislatore siciliano aveva previsto l’utilizzo delle risorse extraregionali per finanziare l’attività formativa in Sicilia. Presentare come novità, innovazione, quanto già previsto da oltre dodici anni appare veramente fuori luogo.

Ed allora, di fronte a questo attentato alla chiarezza e trasparenza di un Governo regionale che si è incartato scordandosi dove stare, i lavoratori tornano ad interrogarsi.

Sono in tanti a chiedersi come mai si stia consumando un volta faccia del presidente Crocetta e della fedelissima “assessora” Scilabra? Dagli enti formativi all’Agenzia unica del personale per tornare tutto agli enti di formazione, perché? I lavoratori non capiscono più il comportamento dell’”assessora” Scilabra, perché mai abbia fatto la caccia alle streghe scagliandosi contro gli enti di formazione, non facendoli più lavorare? Forse per colpire i lavoratori e fargli scagliare contro i propri enti impossibilitati a pagare le spettanze a causa dei ritardi nell’erogazione degli acconti sul finanziamento? Perché le anticipazioni per l’avvio delle attività didattiche dell’annualità 2013/2014 non è ancora stato erogato, visto che le attività sono in fase avanzata? Perché tutti questi controlli che sottendono un clima di sfiducia nel settore, forse per amplificare la guerra tra “poveri” enti e lavoratori? Perché mai le rendicontazioni dell’anno scorso non vengono chiuse, a chi giova? Qualcuno ha i conti da sistemare diversamente? Chi stabilisce le priorità sugli anni da trattare per chiudere le rendicontazioni e con quali criteri poi? Quale personale ha messo mano ai conti degli enti formativi? Personale regionale o amici degli amici contrattualizzati con la triangolazione dei bandi di assistenza tecnica? Perché agli allievi non vengono consentiti gli esami ed il conseguimento della qualifica?

È davvero strano che solamente le procure della Repubblica di Messina e Catania si siano distinte per gli ottimi risultati nel contrasto alla criminalità organizzata nel settore della Formazione professionale. Non è mai troppo tardi per sperare che qualcosa cambi, non nel senso gattopardiano, ovviamente.


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